sabato 19 febbraio 2011

QUALE “RETE SOLIDALE” PER L’IMPRENDITORIA LOCALE ?




di Ivan Simeone

Latina: rilanciare la nostra vocazione economica...piccola impresa, agricoltura, artigianato e turismo...!!!

Il nostro territorio sta registrando una profonda e inequivocabile crisi delle grandi realtà industriali. La sensazione che si “respira” è quella di essere stati spremuti dalle logiche del profitto; multinazionali che hanno preso per poi investire in altre realtà. Pezzi della nostra “giovane storia” industriale che si vanificano…una per tutte la realtà della ex Fulgorcavi..un simbolo! Ma come affrontare questi momenti ? La nostra classe economica e politica è realmente “attrezzata”, anche culturalmente per affrontare queste nuove sfide che ci si pongono innanzi ? Parlare di crisi industriale rischia di divenire tristemente usuale e parole si aggiungono a parole….le statistiche le conosciamo tutti. Il problema è certamente politico-economico ma, alla base, vi dovrebbe essere (uso purtroppo il condizionale) una visione di carattere etica e morale. Sarebbe importante aprire una riflessione sull’ultima enciclica di Benedetto XVI “Caritas in Veritate” dove rammenta che “La sfera economica non è né eticamente neutrale né di sua disumana e antisociale….e proprio perché umana deve essere strutturata e istituzionalizzata eticamente”. Quella che era una “strisciante” crisi delle nostre multinazionali è divenuta una crisi conclamata. Si cerca di contenere i danni, fare mediazioni e trovare soluzioni… Il dato di fatto è che le nostre grandi imprese, una per volta, vengono vendute, “spacchettate” in altre società; ricollocate sul mercato produttivo ma comunque ridimensionate in omaggio al processo inarrestabile della globalizzazione. Ormai, in ambito lavorativo e produttivo non vi sono più certezze. Una marea di lavoratori si trovano a doversi ricollocare sul mercato, con tutti i problemi che potete immaginare. Dobbiamo renderci conto della realtà: molti sono uomini e donne monoreddito che dalla mattina alla sera (salvo ammortizzatori sociali possibili) si trovano a non poter più produrre reddito. Attenzione che questi lavoratori non sono “statistiche” ma possono essere il nostro familiare, il nostro vicino di casa….e allora ? Cosa fare ? In questi anni molti sono gli errori e ancora oggi, forse, non si riesce ad affrontare nella maniera giusta il problema. Molti gli appelli ma poi ? Come agire concretamente ? Le ricette possono essere molte ma, innanzitutto, dobbiamo avere il coraggio di rimetterci tutti in discussione e creare una rete solidale che si tramuti in azioni concrete. Fare concertazione e riuscire a vedere il problema dell’azienda, non come un insieme di numeri ma considerare l’impresa come il luogo della realizzazione dei lavoratori che sono principalmente persone…è persona il datore di lavoro, l’imprenditore che –sovente come nel mondo dell’artigianato- e anch’egli stesso lavoratore. Dobbiamo fare sintesi operativa con le Istituzioni, con il mondo delle professioni e con il mondo universitario…..luogo di formazione della futura classe dirigente….dobbiamo riuscire a riempire, sempre di più, di Valori veri la nostra quotidianità, le nostre Organizzazioni. Questa crisi della grande impresa ormai possiamo solo cercare di “accompagnarla” ma vi deve essere una nuova politica a livello anche locale; bisogna cercare di dare sgravi per le imprese che investono da noi; facilitarli nella burocrazia; avere un sistema finanziario locale che faccia “sistema vero” e aiuti l’imprenditoria sana. Non possiamo andare contro le regole della globalizzazione...la storia va avanti….ma dobbiamo guidare il cambiamento, fin dalle nostre piccole realtà provinciali e questo si traduce poi in infrastrutture, detassazione di balzelli locali…..Dobbiamo sostenere e potenziare il sistema dei Confidi, anche con nuove forme di “microcredito. Dobbiamo rilanciare la formazione professionale ed oggi qualche passo in avanti si sta facendo grazie alla Provincia di Latina. Dobbiamo puntare maggiormente ai fondi interprofessionali gestiti dalla bilateralità. Dobbiamo puntare concretamente a ridare respiro alle nostre tradizionali vocazioni economiche quali i servizi, l’agricoltura, la micro e piccola impresa la quale è un grande valore non solo come fatto puramente economico, ma anche culturale e sociale come l’artigianato che è anche diventato un ammortizzatore sociale indiretto per tutti gli operai specializzati che, una volta usciti dalle grandi imprese, decidono di aprire una loro attività. il turismo: dopo molti anni abbiamo oggi la grande fortuna ad avere un Assessore regionale al turismo di Latina ed è questa una grande opportunità per tutto il nostro territorio e per tutta la nostra comunità economica, ecco che dobbiamo riuscire a lavorare tutti insieme (al di là degli orientamenti partitici) per dare slancio e “inventarci” una politica turistica della nostra provincia, …..…è una vergogna il nostro lungomare che in tanti decenni, passate le amministrazioni di ogni colore, è sempre più in abbandono se non tra le pagine patinate del programma politico del candidato di turno, per non parlare del problema della ricettività….. Latina non ha bisogno di “sogni economici” o stimoli mediatici ma progetti cantierabili subito! Avete mai pensato di aprire una attività ? E’ una cosa bellissima poter produrre ed essere gli artefici diretti delle vostre fortune…ma vi sono anche molti problemi che dobbiamo semplificare…provate a dare una lettura ad un simpatico saggio intitolato “Volevo solo vendere la pizza” di Luigi Furini (edizioni Garzanti), un giornalista –storia vera- che decide di aprire una pizzeria…..quello che racconta è tutta realtà…dobbiamo semplificare la burocrazia anche locale !!! Vorrei concludere queste riflessioni, ricordando un grande educatore, Luigi Giussani, il quale insegna a “non lasciarsi mai definire dalla mentalità dominante” e guardare sempre al bisogno concreto della “Persona”. Una sfida per tutti noi operatori.

Articolo per la Rivista "Intervento nella Società"

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