sabato 25 maggio 2019

Impresa & Welfare: la nuova sfida sociale !



Impresa & Welfare: la nuova sfida sociale !
Come non annegare nella “società liquida”….



Ivan Simeone
 

E’ di dominio pubblico il famoso aforisma greco “Panta Rhei”, tutto scorre….come Platone ci ricorda che tutto scorre, citando Eraclito, tutto va avanti…non potresti entrare due volte nello stesso fiume" e così il nostro tempo.
Siamo in una continua evoluzione, velocissima, nulla è come ieri e bisogna guardare avanti.

Il nostro tempo ci porta ad una estrema “liquidità”, ovvero tutto diventa relativo ed in continuo movimento. Tutto rischia di divenire eccessivamente liquido.
La politica, il modo di affrontare i problemi del quotidiano, il mondo della produzione, il lavoro come gli affetti.
I cittadini, le famiglie, le piccole imprese, con difficoltà oggi non sempre trovano risposte concrete ai bisogni del quotidiano. Tutto diviene fluido.
Abbiamo l’esigenza (e la responsabilità) di ridare forza a quei “corpi intermedi” seri e affidabili; corpi sociali “eticamente affidabili” che devono posizionarsi sui territori al servizio del tessuto sociale e produttivo, ma con una visione ed una attenzione nuova.
Bisogna, riguardo alle piccole attività, alle famiglie, riuscire a coniugare produzione con un nuovo Welfare fondato principalmente sulla sussidiarietà, che diviene operativo al fianco delle Istituzioni locali.


I dati statistici li conosciamo bene.
Oltre il 90% delle imprese sono medio piccole e a conduzione familiare. Sono loro che “fanno girare” l’economia di tutti i giorni; sono loro che creano le “famiglie consumatrici”, ma vi è anche una forte situazione di disagio economico silenzioso e dignitoso…non si vede ma è presente anche nelle nostre Città di provincia.
Se andiamo a leggere i dati ISTAT ci rendiamo conto della situazione.
Nel 2017 si stimano in povertà assoluta 1 milione e 778 mila famiglie residenti in cui vivono 5 milioni e 58 mila individui; rispetto al 2016 la povertà assoluta cresce in termini sia di famiglie sia di individui.

Alcuni dati:

L’incidenza di povertà assoluta è pari al 6,9% per le famiglie (da 6,3% nel 2016) e all’8,4% per gli individui (da 7,9%).
Nel 2017 l’incidenza della povertà assoluta fra i minori permane elevata e pari al 12,1% (1 milione 208 mila, 12,5% nel 2016); si attesta quindi al 10,5% tra le famiglie dove è presente almeno un figlio minore, rimanendo molto diffusa tra quelle con tre o più figli minori (20,9%). (…) L’incidenza della povertà assoluta aumenta prevalentemente nel Mezzogiorno sia per le famiglie (da 8,5% del 2016 al 10,3%) sia per gli individui (da 9,8% a 11,4%), soprattutto per il peggioramento registrato nei comuni Centro di area metropolitana (da 5,8% a 10,1%) e nei comuni più piccoli fino a 50mila abitanti (da 7,8% del 2016 a 9,8%).

(…) Anche la povertà relativa cresce rispetto al 2016. Nel 2017 riguarda 3 milioni 171 mila famiglie residenti (12,3%, contro 10,6% nel 2016), e 9 milioni 368 mila individui (15,6% contro 14,0% dell’anno precedente).
Basta poi andare sul sito dell’ ISTAT per approfondire.

Ecco che bisogna dare risposte concrete. Bisogna avviare certamente una politica sociale nuova e non urlata …. ma fattiva ed operativa. Non faccio qui una questione partitica. Tutti siamo e sono responsabili. E’ un problema di approccio e di metodo, oltre che di valori condivisi.
Bisogna riuscire a dare corpo a soggetti associativi privati ma con una forte valenza sociale. Bisogna riuscire a coniugare quelle che sono le aspettative sociali con la sostenibilità economica. Ecco il ruolo essenziale del “nuovo sociale”, del nuovo Welfare che deve essere economicamente sostenibile.
Il Welfare familiare, oggi, è la nuova sfida sociale, partendo dai nostri territori, dalle nostre Città. Nuovo Welfare che deve svilupparsi non con vaghe teorie ma con concreti sportelli, veri “Segretariati Sociali” per il cittadino e per la piccola impresa. Dobbiamo agire “con occhi nuovi” e dare risposte vere alla gente !
“Rappresentanza sociale” e “servizi reali” il binomio assoluto. Questa la sfida da portare nella nostra comunità locale !

sabato 11 maggio 2019

Fare impresa in maniera etica...articolo su "La Ruota"


IL PUNTO

Di seguito riporto l'articolo pubblicato sull'ultimo numero del magazine "La Ruota".

E’ possibile “fare impresa” in maniera etica ?
Alcuni spunti “controcorrente” intorno all’ azione professionale.

di Ivan Simeone
ivansimeone.blogspot.com

Nel Rotary Code of Policies, la raccolta delle norme del Rotary, quando si parla di “azione professionale” –una delle principali vie d’azione per il rotariano- si pone l’accento sull’attività professionale ed imprenditoriale che deve essere incentrata su principi e valori etici.
Questo dovrebbe essere uno dei punti distintivi del nostro impegno, ben sapendo che siamo immersi in una realtà sociale che –diciamolo chiaramente- punta prevalentemente al profitto finalizzato a se stesso in omaggio a teorie oggi in voga ma che cominciano a “segnare” qualche nota di contrasto.
Nei giorni scorsi, in un dossier pubblicato dalla rivista “Il Timone” (numero di gennaio 2019) si evidenziava un modo diverso di “fare impresa” con successo, prendendo ad esempio delle buone pratiche legate alle famiglie Ferrero (il papà della Nutella), Vittorio Taddei (Gruppo Teddy), Cesare Ponti (settore agroalimentare), Stefano Zanni (Holyart)….tutte realtà imprenditoriali vincenti che avevano un unico denominatore comune: rispettare l’etica d’impresa e valorizzare la persona e l’azienda familiare.
I dati statistici evidenziano come il tessuto imprenditoriale italiano è legato alle piccole e medie imprese che hanno un loro humus nell’azienda di famiglia, una tradizione che rende forte il nostro marchio “Made in Italy” e che riescono a coniugare la regola del profitto, Adam Smith docet, con il bene comune.
Solo alcuni numeri per inquadrare la situazione: in Italia il 95,2% delle imprese (4.180.870) sono realtà della microimpresa, ovvero al di sotto dei 10 dipendenti, che totalizzano ben il 45,3% dell’intera occupazione; percentuali che salgono al 99,4% calcolando anche le piccole imprese fino ai 50 addetti.
Solo nella provincia di Latina le piccole e micro imprese totalizzano il 99,6% dell’intera realtà imprenditoriale pontina.
Ma torniamo alla nostra riflessione.
Una delle “buone pratiche” che stanno dando risultati positivi in termini di profitto e di impegno sociale è l’“Economia di Comunione” ideata da Chiara Lubich; “che contribuirà a stimolare una nuova mentalità d’impresa ed un nuovo stile di vita nel campo socio-economico”. Solo un esempio.
Certo se andiamo nel tecnico, parlando di “impresa etica” dobbiamo metterla in correlazione con un bilancio sociale, con la stessa “certificazione” di impresa etica (la SA8000 una delle tante), ma a noi oggi interessa la sostanza delle cose; quei Valori che dovrebbero muovere l’agire etico di chi fa oggi impresa.
L’ importanza dei rapporti con i propri dipendenti che sono innanzitutto i primi “collaboratori” dell’imprenditore, il legame con il territorio, il welfare aziendale, la valorizzazione delle proprie tradizioni aziendali familiari, il porre al centro dell’azione “la Persona”, il tutto coniugandolo con la giusta esigenza di fare business e profitto.
E’ possibile, come chiede Chiara Lubich, una economia vissuta con una cultura della legalità, rispettando l’etica nei rapporti con i clienti, i fornitori e con la pubblica amministrazione?
L’amico Paolo Pugni, autore di alcuni interessanti saggi sul lavoro e sulla leadership (“Lavoro & Responsabilità” e "L'anima del leader" per le edizioni ARES di Milano), ha evidenziato come il problema di fondo del nostro tempo è proprio la perdita di fiducia in standard etici oggettivi.
Vi è un documento che ritengo ancora oggi prezioso, per chi opera in ambito economico. Mi riferisco alla “Caritas in Veritate” di Benedetto XVI, una Enciclica che è un condensato sociale ed economico prezioso, che guarda ai nostri giorni con occhi sì di speranza ma immersi nella realtà del quotidiano, un documento che, al di là delle personali valutazioni di credo, da laico (non laicista !) ritengo sia importante confrontarcisi.
In definitiva, possiamo sposare qualsiasi scuola di pensiero economico ma per dare respiro alla nostra economia ed al bene della nostra comunità, bisogna che il matrimonio tra economia ed etica non possa più essere rinviato.
Vorrei concludere queste brevi riflessioni con due righe della Caritas in Veritate, quando evidenzia, al punto 36, che “La sfera economica non è né eticamente neutrale né di sua natura disumana e antisociale. Essa appartiene all’attività dell’uomo e, proprio perché umana, deve essere strutturata e istituzionalizzata eticamente”.Una bella sfida per noi rotariani, al di là del nostro personale credo.

Per approfondire:

Rivista “Il Timone” Gennaio 2019 www.iltimone.org
L’Organizzazione perfetta               Massimo Folador                 Ed. “Guerini e Associati”
Elogio della piccola impresa          Giulio Sapelli                        Ed. “il Mulino”
L’ Economia di Comunione            Chiara Lubich                       Ed. “Città Nuova”
Benedetta Economia                      L. Bruni e A. Smerilli            Ed. “Città Nuova”
La Santificazione del lavoro           J.L. Illanes                             Ed. “ARES”
Lavoro & Responsabilità                Paolo Pugni                          Ed. “ARES”


Ivan Simeone, Past President Rc Latina e Segretario di Club 2018-2019
Coordinatore editoriale de “La Ruota”

Credito, imprese familiari, economia di comunione, artigianato....confronto al Rotary Club Latina


Il Rotary di Latina si confronta sulle imprese familiari.
“Impresa e Famiglia: quale nuova economia possibile?”

Economia di Comunione, ruolo dei corpi intermedi, sostegno alle imprese familiari, cultura per un corretto accesso al credito sono stati gli argomenti trattati nel “salotto economico” organizzato dal Rotary Club Latina lo scorso 9 maggio presso l’Hotel Europa, con l’adesione di importanti Organizzazioni economiche del territorio quali la Federlazio, Confcommercio Lazio Sud, ACLI, CNA e UCID.
L’incontro presieduto dall’Ing. Prof. Giuseppe Bonifazi, Presidente del Rotary Club Latina e coordinato dal segretario e Past President del Club Ivan Simeone, ha visto numerosi interventi di operatori economici ed imprenditori, Il Salotto è stato moderato da Graziella Di Mambro, giornalista del quotidiano “Latina Oggi”.

Ha aperto gli interventi Nicola Blundo, Direttore finanziario della farmaceutica IBI Lorenzini, illustrando il mondo legato all’ economia di comunione, una realtà che nasce da una intuizione di Chiara Lubch e oggi presente in numerosi Paesi del mondo; una realtà che vede numerose piccole imprese che guardano al profitto ma affiancato ad una politica di condivisione economica degli utili in concreti progetti “del fare”.

Ivan Simeone ha fotografato la realtà della nostra provincia, evidenziando l’importanza delle piccole e micro imprese che insieme contano il 99,7% di tutte le imprese registrate nella provincia di Latina, dando occupazione per un totale di 91.205 occupati del territorio pontino; una realtà questa essenziale ma mai valorizzata come si dovrebbe.
Ma andiamo a vedere alcuni dati del territorio pontino:
la Durata dei processi civili è pari a 1.843 giorni (Corte di Appello di Roma), i NET (dato regionale) hanno raggiunto quota 185.338 unità.  Gli occupati stranieri complessivamente: 26.038 unità (13,2%) mentre le Imprese straniere registrate all’albo camerale di Latina sono 4.303 (7,5%). Il Tasso disoccupazione è del 13,3%.
Altro dati “interessante” è l’aumento di Società di capitali ed il crollo (-50,53%) delle ditte individuali e delle Società di persone.
Nell’ambito del comparto artigiano, le imprese hanno registrato ancora un saldo negativo, raggiungendo le 8.896 unità. In caduta le imprese artigiane dell’edilizia mentre registrano un saldo positivo le imprese dell’estetica. Secondo i dati, nella nostra provincia di Latina, ogni giorno nascono due nuove attività artigiane.
Le imprese artigiane “in rosa” sono 1.626 e, complessivamente, gli occupati nell’artigianato sono 15.699, pari al 14,1%.

Riguardo al mondo del “credito”, vi è ancora da registrare un calo di finanziamenti alle microimprese contro un aumento dei prestiti alle grandi aziende.

Su questi dati si è aperto un dibattito acceso ed approfondito con interventi del Direttore Generale di Artigiancassa dott. Francesco Simone, il dott. Alberto Zambon titolare della Soc. Europubblicità, con il dott. Angelo Giannetta del CREDEM e con la partecipazione al confronto dei rappresentanti delle Organizzazioni datoriali.

Molti gli interventi, tra cui gli imprenditori Marco Picca e Giorgio Loddo, il Presidente della FIPE e Vice Presidente di Confcommercio Lazio Sud Italo Di Cocco, il Direttore generale della CNA, il Direttore della Federlazio Claudio Malagola, il Direttore delle ACLI provinciali e dirigente regionale Nicola Tavoletta, il Segretario dell’ UCID di Latina Simona Mulè.
Molte anche le presenze istiuzionali, con la presenza di numerosi Consiglieri Comunali di Latina, assessori e rappresentanti di forze politiche locali. 
Un momento di confronto su problemi concreti che investono tutta la nostra comunità economica e a cui il Rotary di Latina ha voluto volgere una attenzione propositiva e “del fare”.