mercoledì 23 febbraio 2011

Il “bene comune” come riferimento per i cattolici impegnati nel politico e nell’economia.


Articolo di Ivan Simeone, pubblicato sulla Rivista "Intervento nella Società" 2007 Un problema valido ancora oggi...sopratutto a Latina !!!




Nel centenario dell’istituzione delle Settimane Sociali, volute da Giuseppe Toniolo nel 1907, quella che si “celebrerà” il prossimo 18/21 ottobre a Pisa e a Pistoia, è una indicazione importante per tutti coloro (cattolici e non) che operano attivamente nelle realtà politiche ed economiche.

Certamente le settimane sociali dovrebbero essere un punto di riferimento e di riflessione anche per la nostra comunità cittadina ed un dibattito dovrà poi essere aperto alla luce di quanto si discuterà nei prossimi giorni, anche a Latina.

Il documento preparatorio è già un forte indicazione. “Il bene Comune oggi: un impegno che viene da lontano” è il tema dell’edizione 2007.

Il documento partendo dall’importante contributo che il movimento cattolico ha dato alla società italiana anche con la promozione di una grande rete di opere solidaristiche e mutualistiche, a sostegno del tessuto economico dell’epoca, analizza i vari momenti dell’impegno sociale dei cristiani attraverso il periodo liberale prima e fascista poi.

Le Settimane Sociali hanno di fatto rappresentato un punto di riferimento, di confronto e di dibattito fino al 1935, anno in cui il fascismo soppresse questa importante iniziativa che aveva analizzato tematiche come la famiglia, il lavoro, la scuola….per poi riprendere il loro percorso formativo nel 1945.

Nel 1985 le settimane sociali ripresero vigore, sotto l’impulso del Convegno di Loreto.

Oggi si è chiamati a riflettere sul senso del Bene Comune e non bisogna ridurre l’impegno sociale del cattolico colorandolo con questo o quel colore partitico.

Oggi “la presenza pubblica e politica del cattolicesimo è sovente e da piparti contestata e ostacolata:sileant cattolici in munere alieno!” volendo relegare il cattolico nell’ambito privato…..”ma deve essere chiaro –continua il documento preparatorio alla Settimana Sociale 2007- che i cattolici italiani non hanno nessuna volontà di abdicare ai diritti e alle responsabilità loro derivanti dalla cittadinanza, mentre sono consapevoli della necessità di dover onorare quei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale che l’art. 2 della Costituzione riconosce a ogni appartenente alla comunità politica.”

Certamente nella prospettiva cattolica sussiste un principio di “laicità” che non vuole però tramutarsi in una ideologia ma intesa come una “casa comune”. Qui certamente bisognerà aprire un confronto sereno ma chiaro.

Ma cosa è il bene comune ? Che attinenza può avere con la sfera economica o politica ? Come si inserisce nelle scelte di una Amministrazione comunale o provinciale ? Sono tutti interrogativi che dobbiamo porci, laici e credenti insieme, per operare al meglio. “Il bene comune è di tutti e di ciascuno…..e solo insieme è possibile raggiungerlo, accrescerlo e custodirlo, anche in vista del futuro”.

Il Bene Comune, riprendendo l’insegnamento del Compendio della dottrina sociale e la Gaudium et Spes, è l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente….il bene comune impegna tutti, dai politici agli economisti, dagli imprenditori ai lavoratori.

Altro punto focale, della Settimana Sociale, è incentrato sul concetto di nuovo Welfare, ovvero di “welfare society”.

Premesso che, come ha ribadito il S. Padre Benedetto XVI, la Chiesa non è e non intende essere un agente politico, si guarda ad un superamento del vecchio stato sociale ed a un welfare society che si muova in una direzione “di una società del benessere più autodiretta, più responsabilizzata, meno burocratizzata, meno compressa dall’alto e più giusta. Ciò vorrà dire –puntualizza il documento preparatorio della Settimana Sociale- ad esempio valorizzare le agenzie di servizio che nascono dentro la società a livello privato perché siano inserite all’interno di una programmazione pubblica di servizi e siano rispettate nella loro autonomia di azione e di gestione. Così pure sarà importante che la famiglia venga riscoperta nella sua preziosa funzione sociale….”

Ovviamente, si ribadisce, senza alcun coinvolgimento in questo o quello schieramento politico, come ci rammenta Giovanni Paolo II al Convegno di Palermo del 1995.

Con la prossima Settimana Sociale si vuole ribadire il ruolo del laicato cattolico dinanzi alla comunità sociale ed alle Istituzioni, non riducendo il tutto a strumentalizzazione di sorta ma evidenziando l’importante compito di rievangelizzazione della Chiesa nella società civile.

In definitva bisogna considerare “l’impegno sociopolitico come parte indispensabile della vocazione cristiana”, al servizio di tutto il Paese.

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