sabato 30 aprile 2011

Intervento del Direttore di Confartigianato, Ivan Simeone, al convegno su "Giovanni Paolo II un uomo nella fede", tenutosi il 27 Aprile a Latina.

Cari Amici, quando mi sono trovato a “buttare giù” queste poche righe introduttive, mi è tornata in mente una canzone che, molti di voi sicuramente conoscono, era ricorrente quando da ragazzo, frequentavo GS, il movimento degli studenti liceali di CL di Roma…mi riferisco a “povera voce”……quando la nostra voce canta con un perché !.... e mi sono chiesto il perché di tutto questo; il perché di questo incontro di oggi che non vuole essere un convegno ma, un momento di riflessione, sulla figura di un Uomo che è riuscito a testimoniare, sulla sua carne, la vita di Cristo. Un uomo, Karol Wojtyla, che è riuscito a fare dell’incontro con Cristo, tutta la sua vita…..l’uomo artista e drammaturgo; l’ uomo operaio e lavoratore, il Pastore….colui che –sempre nella tradizione della Chiesa- è riuscito a darne nuovo vigore, nella testimonianza. La prima domanda che molti ci hanno posto è : “Come mai la Confartigianato, una Associazione di categoria, ha organizzato un appuntamento come quello odierno ?” Giovanni Paolo II è per noi un grande punto di riferimento, poiché ha rilanciato tutto il grande messaggio sociale della Chiesa, dopo Leone XIII, e con le sue Encicliche sociali Laborem exercens del 1981, Sollicitudo rei socialis del 1987 e la Centesimus annus del 1991 ha evidenziato la centralità della persona nel mondo del lavoro e dell’economia. Per noi che lavoriamo con il mondo delle aziende artigiane e delle piccole imprese, prevalentemente incentrate sulla persona (non dimentichiamoci che il piccolo imprenditore, l’artigiano è il primo lavoratore di se stesso) ci viene naturale guardare con profonda attenzione al Suo insegnamento. Confartigianato ha voluto così esprimere la volontà di seguire un percorso, tracciato dal Magistero sociale della Chiesa; ne è prova “provata” tutto il lavoro che da tempo si sta portando avanti con il “Forum delle associazioni e delle persone di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro”, a fianco agli amici della CdO, del McL, della CISL…. e il lavoro che anche noi di Latina, da tempo, stiamo portando avanti con gli incontri sulla “Caritas in Veritate”. Con Papa Giovanni Paolo II, finalmente, si parla di “etica del lavoro e della solidarietà”, riprendendo il titolo di un testo importante e a noi molto caro di Jozef Tischner. Mai come oggi, nel nostro tempo, dinanzi a questa crisi che stiamo vivendo e che ricade su molte nostre imprese, lavoratori e famiglie….anche nel nostro territorio, dobbiamo avere la forza di ragionare in una maniera nuova e differente. Dobbiamo ricominciare a dare un senso al lavoro quotidiano. Quella di oggi è principalmente una crisi dei Valori e da qui dobbiamo ripartire. L’ insegnamento di Papa Giovanni Paolo II…il “Papa operaio”, ci porta a porre l’uomo al centro dei conflitti sociali ed economici…..attraverso il lavoro –ci insegna- l’uomo realizza se stesso….abbiamo necessità di una maggiore solidarietà e sussidiarietà vissuta e concretizzata. Nei giorni scorsi abbiamo inaugurato, a Latina, la mostra sull’esperienza di Solidarnosc e ci hanno colpito quelle fotografie di operai che, all’interno della fabbrica, inginocchiati, si confessavano…..Giovanni Paolo II, in un incontro con Don Giussani disse quella frase che ancora oggi è fondamentale ..….”Voi siete senza patria perché siete inassimilabili a questa società”……una chiamata a tutti noi per “non essere mai tranquilli” e testimoniare nel quotidiano il nostro personale incontro con Cristo, sul lavoro, nelle attività ordinarie, in famiglia, in azienda…cosa certamente non semplice! Giovanni Paolo II, nel discorso per il trentennale di Comunione e Liberazione, disse che bisognava “operare perché il contenuto della fede diventi intelligenza e pedagogia della vita ..…. è il compito quotidiano del credente, che va realizzato in ogni situazione e ambiente in cui si è chiamati a vivere..” Questo ci rammenta l’insegnamento di un grande santo: San Josemaria Escrivà, santificato proprio da Giovanni Paolo II e da Lui definito il “Santo dell’ordinario”….quando ci dice in “Amare il mondo appassionatamente” : “….è la vita ordinaria il vero luogo della vostra esistenza cristiana… lì dove sono gli uomini vostri fratelli, lì dove sono le vostre aspirazioni, il vostro lavoro, lì dove si riversa il vostro amore, quello è il posto del vostro quotidiano incontro con Cristo. E' in mezzo alle cose più materiali della terra che ci dobbiamo santificare, servendo Dio e tutti gli uomini.” Tutto ciò è, per noi, una grande sfida!
Grazie e buon lavoro.


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