di Ivan Simeone
Riflessioni a margine del saggio di P.A.Taguieff sul movimento metapolitico di Alain de Benoist.
Per un approfondimento sulla materia, vedi: www.diorama.it
L’attuale dibattito politico sta, con insistenza, incentrando la sua attenzione ad un nuovo probabile soggetto del Centro-destra e, molto spesso impropriamente, ci si richiama al termine “nuova destra”….ma cerchiamo di comprendere realmente cosa è e cosa “è stata” la “nuova destra”.
“Sulla Nuova Destra” è il saggio dello storico Pierre André Taguioff, edito dalla Vallecchi, dedicato alla figura di Alain De Benoist e al movimento “metapolitico” della “nuova destra” che, negli anni 70/80, anche in Italia, ha acceso il dibattito lasciando un segno profondo nel variegato mondo della destra ( e non solo ) culturale italiana.
Queste righe vogliono solo essere uno spunto per approfondimenti ed una “riflessione” su un aria di novità che avvolgeva gli ambienti liceali e universitari che guardavano con interesse “a destra” quando questo non era certamente di moda.
Ma chi è de Benoist?
Quali le linee programmatiche della Nuova Destra (ND) francese?
Quali percorsi per la ND italiana?
E’ oggi ancora corretto parlare di “nuova destra” ?
Il movimento della Nuova Destra nasce da due incubatoi culturali come il GRECE (Gruppi di Ricerca e Studi per la Civiltà Europea) fondato nel 1968 e dal Club de l’Horologe del 1974.
Quella che è definita ND è una “impresa di rifondazione culturale” della galassia della destra politica francese e andava oltre, puntando ad una strategia culturale o “metapolitica”, ovvero “la conquista del potere politico presuppone quella del potere culturale”.
“Il GRECE –leggiamo in Elements n. 20 del 1977, la rivista ufficiale della ND- ha intrapreso una azione metapolitica sulla società. Un’azione consistente nel rispondere al potere culturale sul suo territorio: con un contropotere culturale»
Gli intellettuale del GRECE –prevalentemente ricercatori universitari, giornalisti, uomini più di cultura che di azione- primo fra tutti Alain de Benoist- si pongono come i primi avversari ed oppositori ideologici della cultura marxista.
Il GRECE e la “Nouvelle droite” hanno cercato di inserirsi nelle dinamiche culturali universitarie ed il saggio della Vallecchi ci porta per mano a scoprire i vari momenti che hanno caratterizzato il pensiero della ND francese ed i suoi punti di riferimento.
La rottura con la tradizione cattolica –aspetto che in Italia non ha avuto seguito- l’antiegualitarismo, una radicale critica all’economicismo ed alla visione mercantile del mondo…il tutto guardando ad una eredità indoeuropea e paganeggiante; l’opera di Toguieff va ad analizzare queste tematiche guardando alla ND sia sotto una luce prettamente ideologica e filosofica che proiettata nel pragmatismo politico della destra francese dell’epoca.
Questo “movimento” culturale ha rappresentato, anche in Italia, una novità ed ha segnato un momento di rottura con quelle forme della destra culturale post-fascista, gettando quelle basi che –ancora oggi- ci portano ad un confronto poltico-culturale propositivo che guarda alle nuove dinamiche europee parlando di “comune identità” ed “appartenenza” oltre agli aspetti economici e mercantili.
In Italia il movimento della ND si è differenziato dai “cugini” francesi per aver incentrato il dibattito su quello che veniva (e viene tuttora) definito il “gramscismo di destra”, ovvero il prevalere dell’analisi culturale sulla prassi politica.
La ND italiana nasce ( se possiamo usare questo termine ) a Firenze nel 1974, quando un gruppo di militanti dell’allora MSI incontrano esponenti del GRECE.
Esponente di spicco della delegazione italiana l’allora giovane Marco Tarchi, oggi apprezzato e valido ricercatore universitario, politologo autore di numerosi saggi e direttore delle riviste “Diorama Letterario” e “Trasgressioni”.
Nel primo periodo le vicende della ND si vanno ad intersecare con l’esperienza giovanile missina, nell’area vicina alla componente rautiana.
Nascono le prime testate giornalistiche di riferimento, testate prevalentemente presenti nei circuiti culturali e politici della destra italiana. Nasce nel 1974 la “Voce della Fogna” e nel 1976 “Diorama Letterario”.
Nel 1977 il primo Campo Hobbit lancia la “provocazione” di un nuovo modo di interpretare la politica e nel 1978 nasce la rivista “Elementi” collegata all’omonima testata francese del GRECE.
Il 1997 vede la nascita del quindicinale “LINEA”, diretto da Pino Rauti, testata che ha segnato un momento formativo rilevante, trasformandosi in un laboratorio culturale per le nuove generazioni.
Si celebra il Congresso di Napoli del MSI con la mozione rautiana “Spazio Nuovo” che raccoglie non poche sollecitazioni ideologiche del movimento della ND.
Nel 1980 a Castel Camponeschi si celebra il terzo Campo Hobbit che, probabilmente, sancisce definitivamente la Nuova Destra italiana anche dinanzi all’opinione pubblica.
Queste le date e i momenti salienti di un processo di crescita prevalentemente culturale. Era il periodo in cui ci si confrontava con gli scritti di Lorenz, si analizzavano i pensatori della “Rivoluzione conservatrice” e Tarmo Kunnas, il cattolico Mounier e gli scritti di Drieu La Rochelle, di Tonnies e prendeva corpo il mito della letteratura fantasy con Tolkien….il periodico Linea aveva una intera pagina fissa di interventi denominata “Sulle ali della fantasy”….il politichese era divenuto un fattore secondario.
Metapolitica, superamento della destra nostalgica, confronto dialettico destra-sinistra, terza via tra americanismo e marxismo, ritorno al Sacro ed al mito, rivalutazione del senso della comunità e concezione organica della società, apertura alle nuove tecnologie e richiamo ad una forte identità europea….sono i concetti-chiave del movimento intellettuale che si va formando intorno alla “Nuova Destra”, lanciando una provocazione culturale a tutto campo e ponendosi in un confronto dialettico con la sinistra scevro da forme di subalternità.
Nascono i primi movimenti ecologici “di destra”, le prime associazioni femminili “di destra”, le prime librerie e centri culturali “di destra”, i primi complessi musicali….tutto è in movimento e comincia a raccogliere consensi dentro e fuori il tradizionale spazio della destra missina dell’epoca.
Nel 1981 il maggior riferimento di questo nuovo movimento, Marco Tarchi, viene espulso dal MSI e da quel momento il percorso della ND italiana, lentamente ma costantemente, prende altre vie. E’ questo un momento fondamentale che ha segnato una inversione di rotta, una reale involuzione della destra partitica.
Si organizzano convegni di studi nazionali e si comincia ad intravedere una scelta prevalentemente di studio e d’analisi ideologica tralasciando il pragmatismo e la militanza politico-partitica.
La ND continua ad essere un riferimento per una parte dell’area politica missina ma va oltre.
Nel Gennaio del 1980 vi è il convegno su “Ipotesi e strategie di una nuova destra”, nel marzo 1981 il convegno nazionale su “Al di là della destra e della sinistra”….la ND italiana –come evidenziato nel saggio di Enzo Raisi- in “Storia ed Idee della Nuova Destra” edizioni Settimo Sigillo- “non si pone solo il problema della conquista del consenso bensì (…) indica una nuova strada, nuova per la destra, per conseguire il potere senza utilizzare i vetusti modelli che ponevano l’azione al centro di ogni attività”…
In definitiva il merito della ND, nel panorama politico italiano, è stato l’aver contribuito a far uscire la destra dal “tunnel del fascismo”.
La scelta della ND è stata quella di “sancire la fine del dopoguerra, di entrare nel post-guerra”.
Siamo negli anni 90.
Anche per la ND italiana il punto focale è stata la strategia metapolitica –oggi più che mai attuale- ed una visione democratica legata all’organicismo…”la democrazia organica –ci rammenta Alain de Benoist nel saggio Democrazia, il problema- fondata sulla sovranità nazionale e popolare, potrebbe essere quella della fratellanza”.
Altro concetto fondante per il movimento metapolitico, è il valorizzare “la comunità”…”il dato discriminante è che una società organica punta alla composizione continua dei conflitti attraverso sintesi successive ai valori condivisi…L’ organicismo cui la ND si richiama non è negazione del conflitto, o velleità di restaurazione di un impossibile ancien règime, ma il tentativo, nato sui bisogni emergenti, di risolvere l’evidente crisi di plausibilità delle attuali strutture politiche fondando forme e soggetti nuovi del processo politico, capaci di articolare e risolvere il conflitto per non renderlo implosivo” (M. Tarchi).
La ND vuole superare il momento economicistico, focalizzando l’attenzione su una società legata alla propria identità tradizionale e, al contempo, protesa verso il futuro.
Oggi il dibattito del movimento identificato con la “Nuova Destra” ha preso strade di ricerca sociologica e prettamente culturale, abbandonando le spinte politico-partitiche e lo stesso mondo della destra politica, tanto che lo stesso Marco Tarchi identifica il suo pensiero socio-politico con il termine “nuove sintesi”.
Per concludere queste “riflessioni”, segnaliamo il documento “La Nuova destra del 2000”, pubblicato su Diorama Letterario n. 229/230 del 1999
Oggi il dibattito intorno alla “nuova destra” attuale, molto probabilmente, sarà un’altra cosa.
*Ivan Simeone, formatosi nell’associazionismo cattolico romano, collabora con la rivista “Intervento nella Società” e, a Latina, ha dato vita a diverse iniziative culturali e sociali tra cui l’ Ethos Club degli anni 90, sodalizio culturale di giovani professionisti ed universitari dell’epoca e si è impegnato a sostegno delle politiche familiari e pro life. Oggi è il promotore e Presidente del Centro culturale “G. Toniolo”.