“La
santità della porta accanto”
Leggendo
l’Esortazione apostolica “Gaudete et exsultate” di Papa Francesco, sulla
chiamata alla santità nel mondo contemporaneo.
Ivan Simeone
Quando si va a leggere un documento della
Chiesa, vi potrebbe essere il rischio di andare “per sommi capi” e svolazzare
da capitolo a capitolo senza approfondire la lettura come si dovrebbe. Le
pagine della “Gaudete et exsultate” sono
da assaporare una ad una. Sono parole che coinvolgono tutti noi nelle nostre
azioni quotidiane e su cui non possiamo non riflettere.
Questa “esortazione” sulla santità nel mondo
contemporaneo non ha avuto un grande eco sulla stampa laica, forse perché si
tratta di un argomento scomodo e “non alla moda” o, ancora, non può essere
strumentalizzato da una certa vulgata laicista. Diciamolo chiaramente: è un testo scomodo ! Non è certamente il
Papa Francesco caro ad un certo pensiero oggi dominante.
Fin dalle prime pagine, la mia riflessione è
andata all’insegnamento di San Josemaria Escrivà che, di fatto, ha anticipato
il Concilio Vaticano II, parlando di “santità nel quotidiano”, santità rivolta
a tutti i laici, uomini e donne, sposati, professionisti, operai e religiosi… a
tutti ! Già questo è sconvolgente ai più.
L’esortazione di Papa Francesco si incentra
intorno a due parole fondanti per il Santo Padre: carità e misericordia.
Analizza le beatitudini dando concreti input di comportamento e focalizza il
rischio attuale intorno ai concetti di gnosticismo
e di neo pelagianesimo; due aspetti
certamente da approfondire e di cui la nostra società ne è pregna.
Ma vi è un altro aspetto importante e
basilare: il Santo Padre, in maniera chiara e netta, punta il dito verso la
figura del Maligno e non come
concetto astratto e cultural-filosofico, ma come entità: “Non ammetteremo l’esistenza del diavolo se ci ostiniamo a guardare la
vita solo con criteri empirici e senza una prospettiva soprannaturale”,
leggiamo a pag.124, e ancora “non
pensiamo dunque che sia un mito, una rappresentazione, un simbolo, una figura o
un’idea …..Lui non ha bisogno di possederci. Ci avvelena con l’odio, con la
tristezza, con l’invidia, con i vizi…”
Ecco che tutti siamo chiamati alla Santità, “ognuno per la sua via”, una santità del
normale, “della porta accanto” fatta
da normali casalinghe, uomini che giornalmente sono impegnati nel lavoro
quotidiano in ufficio come in fabbrica o nel proprio negozio…nelle occupazioni
normali di ogni giorno, facendo attenzione ai particolari. Papa Francesco parla
di “classe media della santità”.
Latina 25 aprile 2018
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