martedì 19 dicembre 2017

Che si risolva la questione delle Suore di San Marco. La scuola materna parte della nostra comunità cittadina !

Dalla parte delle Suore di San Marco, 
senza se e senza ma....

Continua l'incertezza sulla scuola materna di San Marco.
Per decenni le nostre Suore hanno formato intere generazioni di ragazzi. L'asilo San Marco (scuola materna) è stato il fiore all'occhiello per l'insegnamento materno di Latina.... ed ora? Grazie a cavilli e burocrazia gli si dice chiaramente alle Suore di "fare le valigie", senza tanti se e ma..... poi la forma è perfettamente legale !
E' giusto tutto ciò ? Perchè l'Amministrazione di Latina non si siede intorno ad un tavolo e cerchi -in vero spirito sussidiario- di trovare una reale soluzione al problema ?
Noi vogliamo credere al Sindaco Coletta che realmente desideri il "bene comune" per la nostra comunità cittadina; l'esperienza delle Suore di San Marco sono parte del "bene comune" della nostra Città. Che si trovi veramente una soluzione, senza arroccarsi su circolari ed articoli di legge...la forma è essenziale ma la sostanza non è da meno.

domenica 29 ottobre 2017

Welfare, Nuovo Sociale e Confartigianato....una riflessione !



Territorializzazione del Welfare 
e Nuovo Sociale di Confartigianato.
Il possibile "ruolo attivo" dell'Artigianato !

"Settimane sociali" di Cagliari e Terza Conferenza nazionale della "Famiglia": 
due avvenimenti essenziali sottaciuti dalla stampa ufficiale....

di Ivan Simeone

In questi giorni dobbiamo registrare due avvenimenti che, per il nostro mondo "sociale", devono avere una considerazione ed una attenzione certamente non secondaria.
Mi riferisco alla "Settimana Sociale" della CEI, che si è celebrata a Cagliari in questi giorni, ed alla Terza conferenza nazionale della "famiglia", ad opera dell'Osservatorio nazionale  sulla Famiglia, due avvenimenti che la stampa ufficiale ha di fatto sottaciuto. Questi momenti di confronto e di analisi, di fatto, secondo i primi resoconti che ci giungono, ci riportano appieno alle basi concettuali che stanno spingendo la nostra "Confartigianato" a guardare ad un "Nuovo Sociale" che abbia come punto focale "la Famiglia" nella sua interezza e la "Persona" come realtà valoriale.

Molto spesso siamo portati a ragionare sui tanti aspetti pratici, sul come condurre al meglio i nostri Enti di servizio quali i patronati, le Organizzazioni sindacali per la terz a età, gli Enti di promozione sociale, i CAAF...tutti aspetti più che essenziali per ottimizzare il servzio nell'efficacia e nel rispetto del proprio ruolo sociale ma anche guardando alla sua economicità. Però, forse, non sempre accendiamo i riflettori sui "motivi primi" che stanno alla base del nostro impegno quotidiano.
I sei principi per le politiche familirai, proposte dall'Osservatorio, sono oggi più che mai vicine alla nostra esperienza associativa: personalizzare i servizi, co-produrre i servizi con e per le famiglie, policentrismo e pluralismo, territorialità,politiche durevoli nel tempo, impatto familiare...tutti aspetti condivisibili e da fare propri nella nostra azione politico-sindacale....ma perchè non parlarne insieme ?

Ecco che, come scrive Riccardo Prandini, su "Noi Famiglia" di Ottobre, "gran parte dei bisogni delle famiglie, trova una risposta a livello dei territori e dei servizi che quì vengono erogati .......In altri termini, continua Prandini, la territorializzazione del welfare e i dispositivi di welfare aziendale e di conciliazione, rappresentano la struttura operativa effettiva che serve a tradurre i capitali potenziali della famiglia (umano, sociale ed economico) in reali opportunità di cittadinanza attiva e di crescita socio economica".... ecco che siamo tutti chiamati ad una profonda responsabilizzazione e di operare confrontandoci con le Istituzioni locali e le altre realtà associative familiari dei nostri territori.  

Molti i temi sul piatto del confronto: le politiche per la non autosufficienza, il "Dopo di noi", le politiche per i monori non accompagnati, le politiche di contrasto alla politrica di genere (che non vuol dire gender !), l'impatto delle politiche socaili sulla famiglia, politiche di conciliazione famiglia-lavoro...... 

Sulla stessa linea il messaggio che scaturisce dalla Settimana Sociale di Cagliari, l'importante e vento voluto dalla CEI, la Chiesa italiana, incentrando la sua riflessione sull'emergenza lavoro. Una delle tematiche affrontate è stata quella della "formazione", altra tematica cara a noi di Confartigianato. Noi di Latina da tempo stiamo cercando di lanciare messaggi propositivi, grazie ad interventi di orientamento nelle scuole superiori del territorio. Segnali importanti e input sono arrivati da Giorgio Vittadini, Presidente della "Fondazione della Sussidiarietà" , già nostro ospite a Latina, e dal Presidente nazionale delle ACLI Roberto Rossini. In sintesi si guarda con sana insistenza ad unire sempre più la conoscenza tecnica  con una esperienza valoriale, collegando la formazione con il lavoro reale. Le Settimane Sociali chiamano anche la Chiesa ad un impegno "attivo" sul problema occupazione e lavoro. Carlo Costalli, Presidente nazionale dell' Mcl, il Movimento Cristiano Lavoratori, da sempre attivo e presente anche in ambito squisitamente socio-politico, ha fatto una forte denuncia sulla troppa evasione fiscale che c'è in Italia, chiedendo una attenzione per il regime fiscale delle famiglie e del lavoro ed una attenzione al mondo delle imprese. 
Ora attendiamo gli atti ufficiali di questa importante edizione delle "Settimane Sociali", ma la strada si intravede. Ora dai principi e dalle analisi si attendono i fatti concreti !







lunedì 23 ottobre 2017

Emergenza Acqua: verso quale gestione sostenibile .....



“Emergenza Acqua”
Verso quale gestione sostenibile delle risorse idriche ?
Riflessione pubblicata sul notes "Le risorse idriche nelle attività produttive" 
Ottobre 2017 di Confartigianato Imprese Latina

di Ivan Simeone
Direttore “Confartigianato Imprese Latina”

“A lungo termine la lotta per l’acqua sarà più drammatica di quella per il petrolio.
Per il petrolio ci sono dei sostituti, ma per l’acqua non ce ne sono”.
Prof. Gotthilf Hemple*
 Premessa

Parlare di “acqua” potrà sembrare banale ma oggi è una tematica “primaria” per la nostra comunità e già dobbiamo rilevare i primi segnali di “emergenza idrica”.
Permettetemi, sommessamente, alcune riflessioni anche se non sono un tecnico del settore ma un cittadino cui sta a cuore il proprio territorio con le sue risorse.

L’aumento della popolazione mondiale e la crescita economica esercitano pressioni senza precedenti sull’ambiente, sui sistemi sociali e sulle risorse disponibili. La mancanza di acqua si è dimostrata un ostacolo allo sviluppo  economico in molte parti del mondo ed al raggiungimento di una accettabile qualità della vita in altre.

L’acqua è al 97% salata e al 3% dolce. Malgrado la teorica sovrabbondanza, il 60% delle risorse idriche si concentra in 9 paesi ed 80 paesi soffrono decisamente di penuria di acqua. Circa un miliardo di persone consumano l’86% delle risorse idriche disponibili, mentre due miliardi di persone vedono nella mancanza di acqua potabile circa il 90% delle cause di malattia.

Alcuni stimano che entro il 2032 cinque miliardi di individui dovranno convivere con la scarsità di acqua.
Si ritiene pertanto essenziale in ogni comparto produttivo, evidenziare un corretto utilizzo delle risorse idriche.
Essenziale è una comunicazione sull’uso consapevole e responsabile dell’acqua e della sua preservazione, come fonte sostenibile di vita e come rinnovabile risorsa che può, se bene utilizzato, continuare ad essere “fonte di vita”, partendo dalla dimensione locale e territoriale.

Il nostro ruolo di Associazioni datoriali, corpi sociali intermedi, è anche quello di avviare una campagna di promozione della conoscenza approfondita del problema, anche un approfondimento della conoscenza delle leggi che in Italia e, in particolare sul territorio della nostra Regione Lazio, affrontano queste problematiche, con particolare attenzione al problema dell’uso corretto delle fonti idriche, del controllo degli scarichi in acque profonde e di superficie, del controllo continuo dell’inquinamento dei suoli e della bonifica dei suoli ormai inquinati da secoli di aberranti usi industriali e zootecnici di vaste superfici del nostro territorio, del controllo dell’inquinamento dei mari e delle acque interne, per impedire il perdurare di situazioni ormai entrate nella prassi corrente e l’instaurarsi di situazioni inquinanti nuove.

Siamo nel 2006 ….

Già con il “Rotary Club Latina”, nel 2006, con la supervisione dell’Architetto Luigi Maria Mastroianni, (il sottoscritto era all’epoca membro della Commissione progetti, Presidente del Club Giorgio Loddo) si avviò sul territorio un primo progetto di sensibilizzazione: “Le vie dell’acqua non sono infinite”.
“Il continuo aumento dei fabbisogni della risorssa acqua –si legge in un documenti del progetto- riteniamo debba essere affrontato tempestivamente con strategie idonee, per consentire un armonico sviluppo economico (…) …Le trasformazioni economiche vorticose –continua il documento del Rotary Club Latina-  che hanno interessato anche il nostro territorio sono state rilevanti per la quantità e qualità degli insediamenti residenziali, produttivi, agricoli, infrastrutturali, tanto da arrecare conseguenze di impatto ambientale …..Il regime idraulico che regimenta le acque, di per se vulnerabile per problematiche tecnologiche, manutentive e normative, necessita di interventi di sostegno e di integrazione con le risorse e le necessità del territorio”.

Era il 2006. Oggi siamo al 20 ottobre 2017 e la situazione territoriale, delle nostre Città pontine, sono cambiate ?

Secondo glie esperti uno dei problemi cui ancora non si è data una soluzione ferma e certa è la mancanza di una appropriata e fluida governance del settore idrico; mancano probabilmente strategie efficaci e concrete. Abbiamo necessità di un’unica Autorità identificabile che possa governare realmente le politiche delle acque.

Misteriosa è l’acqua….

Quando parliamo di “acqua”, la nostra mente ci fa volteggiare tra mille aspetti; da quelli meramente produttivi a quelli legati alla salute ma anche alla sua origine misteriosa ed esoterica. Acqua “oro blu”, acqua fonte della vita …..

Mi torna alla mente la bella mostra sulle risorse idriche organizzata dalla Fondazione CEUR al “meeting internazionale” di Rimini del 2015. “Misteriosa è l’acqua” ….un percorso che attraversa i secoli e le civiltà; acqua come elemento essenziale della nostra vita.
Acqua come simbolo sacro per tutte le religioni: simbolo di rigenerazione e di fecondità per l’antico Egitto all’acqua come realtà ancestrale per le divinità greche. Funzione magica e divinatoria per la mitologia nordica all’acqua come elemento delle origini per l’ebraismo, segno di purificazione. Nell’Antico Testamento l’”acqua viva” è un simbolo di Dio. Indice di fertilità e punto di partenza della creazione per l’ Islam, strumento di purificazione nelle abluzioni rituali; l’acqua del cielo è simbolo di vita e di resurrezione.
Nella religione scintoista, gli elementi della natura, come l’acqua, è sempre viva e riporta al divino. L’ acqua anche qui la ritroviamo come l’elemento purificatore basilare. Per l’induismo “l’acqua è il luogo cosmogonico e teofanico per eccellenza da cui nascono Dio e la vita …”

Pillole di storia…..

Storicamente tutti conosciamo che le prime importanti opere ingegneristiche strutturali, in ambito idraulico, vennero fatte ad opera del popolo romano e, una volta cadute in disgrazia a causa delle invasioni barbariche, tali opere vennero poi riprese dai Papi dell’epoca. Nell’epoca medievale l’utilizzo dell’acqua, come strumento per migliorare la qualità della vita, camminò pari passo con lo sviluppo del monachesimo, per poi non parlare delle “grandi opere” dell’epoca come i navigli di Milano.


E nei processi produttivi ?
Alcune “buone pratiche”…

Da un punto di vista squisitamente normativo, mi sembra che tutto si incentri intorno alla “legge Galli” 36/1994. Significativo anche il referendum del 2011 sull’acqua dove il 95% dei votanti si è espresso in favore dell’acqua pubblica….ma poi questo referendum è servito a qualche cosa ?
Nel 1992 le Nazioni Unite hanno istituito la giornata mondiale dell’acqua: il 22 marzo di ogni anno … chi se ne è accorto ?

Il ruolo delle risorse idriche all’interno dei processi produttivi è una questione essenziale, come lo è se si va ad analizzare il ruolo dell’acqua nell’ambito agricolo.
“Ridurre il consumo idrico – evidenzia una ricerca della Fondazione ISTUD-  significa dotarsi di nuove tecnologie, più competitive rispetto a quelle presenti sul mercato; ma anche essere preparati ad uno scenario futuro in cui si prevede che il costo dell’acqua aumenterà in relazione alla diminuzione della disponibilità della risorsa”.

Uno dei settori produttivi maggiormente interessati è quello legato alla coltivazione e alla produzione agricola. Anche molti prodotti legati alla trasformazione artigiana devono essere analizzati come, per il nostro mondo delle piccole imprese artigiane, il comparto delle costruzioni….ma il mondo delle “risorse idriche” (in senso lato) e dei problemi correlati, è vastissimo. Parliamo di igiene e sicurezza come di riduzione dei rumori, depurazione delle acque reflue, un utilizzo dell’acqua piovana…..

E’ bene sapere che la quantità di acqua disponibile si è dimezzata negli ultimi 30 anni e si prevede che dimezzerà ancora nei prossimi 10. Si stima che il pianeta andrà incontro ad una differenza tra domanda e offerta a livello globale del 40% entro il 2030.
E quindi ? Cosa fare ? Si sta facendo qualche cosa di reale ? E’ solo business ? Cosa si fa nelle nostre Città ?
Sono questi alcuni degli interrogativi che ci dobbiamo porre ! L’ acqua è certamente un aspetto non secondario di “bene comune”.
I problemi sono molti: controllo non omogenei e non sufficienti, dispersione idrica, mancanza di “educazione all’acqua”…secondo l’ ISTAT nel 2008 la perdita di acqua nella rete idrica ammontava al 47% .

Vi sono anche delle “buone pratiche”. In alcuni comuni della Lombardia sta dilagando il progetto “Case dell’Acqua”, a favore della popolazione, idea nata da alcune società pubbliche quali la Cap Holding, Ianomi, Tame Tasm; ovvero impianti pubblici per l’erogazione di acqua naturale e frizzante, acqua dell’acquedotto controllata. Nel 2011 in Lombardia glki impianti erano ben 244 in 12 Comuni.

Segnali positivi si hanno anche da diverse grandi gruppi aziendali, i quali hanno applicato procedure, programmi e protocolli per un utilizzo sostenibile delle risorse idriche tra cui Coop, Acqua Sant’Anna, Coca-Cola Hellenic, S. Pellegrino, Carrefour, Mutti, Rigoni, Ferrero Spa, Barilla ….

Alcuni dati

Uso dell’ acqua nel mondo

  • 1 miliardo le persone che non ha accesso all’acqua potabile.
  • Dai 3 ai 4 miliardi quelle che non hanno acqua sufficiente e in quantità stabili.
  • 2,5 milioni coloro che sono sprovvisti di servizi igienici.
  • 8 milioni le persone che muoiono a causa di malattie legate all’insicurezza dell’approvvigionamento d’acqua. 1,4 milioni i bambini all’anno che muoiono per malattie causate da acqua contaminata e dall’assenza di misure igieniche adeguate. Uno ogni 20 secondi.
  • 425 litri al giorno per ogni abitante degli Stati Uniti, mentre un abitante del Madagscar ne cosnuma 10 litri.
  • +55% Aumento della domanda mondiale di acqua da qui al 2050, secondo l’Ocse.
  • 215 litri consumo medio pro capite d’acqua potabile al giorno, in Italia. Anche per usi in cui non serve che sia potabile.
  • 140 litri riserva idrica di ogni italiano, contro i 2.200 litri di uno statunitense,
  • i 3.300 litri di un australiano e i 1.100 litri di uno spagnolo, secondo uno studio Kinsey & Co.
  • 40 litri la quantità minima di acqua al giorno per soddisfare i bisogni vitali, secondo l’Oms.
  • 40% della popolazione mondiale vive sotto questa soglia.
  • 300 litri al giorno il consumo medio stimato nei Paesi più ricchi.
  • 1700 metri cubi l’utilizzo pro capite annuo di acqua negli Stati Uniti (compresi usi agricoli e industriali).
  • 250 metri cubi l’utilizzo pro capite annuo di acqua in Africa.
  • 2,5 miliardi le persone che vivono in zone senza acquedotti e senza infrastrutture, secondo il rapporto Onu “UN-Water”.
  • 1 miliardo le persone che non hanno un rubinetto in casa. Tra queste, otto su dieci vivono in aree rurali. Sono 1/3 gli abitanti del pianeta Terra che vivrà in zone in cui l’acqua scarseggia entro il 2030; 2/3 la popolazione mondiale che potrebbe trovarsi in condizioni di “stress idrico” già entro il 2025.

L’acqua in Italia

  • 62 miliardi di metri cubi l’acqua virtuale (quella utilizzata per produrre il cibo e i prodotti di uso comune) che importa ogni anno il nostro Paese.
  • 6 mila litri l’acqua pro capite usata quotidianamente nel nostro Paese nei consumi, secondo il il rapporto Wwf L’impronta idrica dell’Italia“. Acqua che comprende anche quella importata con i beni di consumo e gli alimenti. Il 50% di questa è contenuta nei prodotti di origine animale.
  • 70 miliardi di metri cubi è la misura dell’impronta idrica nella produzione nel nostro Paese, secondo il il rapporto Wwf “L’impronta idrica dell’Italia”. L’85% di questa viene utilizzata in agricoltura, l’8% in produzione industriale ed il 7% in usi domestici.
 
* Prof. Gotthilf Hemple – biologo marino dell’Università di Kiel (Germania), coordina torre della ricerca “Studio globale sulle acque internazionali”.

domenica 10 settembre 2017

"Essere Presenza questa è la nostra ultima categoria..."



Verso un nuovo “Movimento Popolare” ?
Il saggio di Allevato e Cerocchi “La Mela e la P 38”
di Ivan Simeone



Papa Francesco, all’Azione Cattolica, ha sollecitato ad un impegno nel politico, una politica con la P maiuscola, la “grande politica”.
Più volte, Papa Bergoglio, nei suoi discorsi e nei documenti esorta ad un impegno dei cattolici nella “cosa pubblica”: “non rimanere alla finestra”, “mettere le mani in pasta”.. una grande esortazione di impegno sociale.
Oggi la presenza reale dei cattolici nell’agone politico è tristemente irrisoria. Tutti i problemi legati alla sfera della bioetica e all’istituzione familiare si sciolgono nel vortice del “politicamente corretto”. Per non parlare dei problemi legati al mondo del lavoro e della sussidiarietà....
Diciamolo chiaramente: i politici autodefinitisi cattolici o portatori di tali valori hanno fallito ! Famiglia, educazione e scuola, Vita nascente, Eutanasia, Corpi sociali, sussidiarietà....zero assoluto; tutto sepolto sotto un magma di parole e convegni finalizzati solo a se stessi.
Per poi non parlare della “Questione Europa”….una totale sconfitta culturale, sociale ed etica.
Con la fine della Democrazia Cristiana, l’epoca dei “Popolari per la Riforma” di Segni e Alberto Michelini, si pensò ad un “impegno diffuso” dei cattolici nei vari raggruppamenti politici ma, alle spalle, vi era una forte indicazione del Magistero di San Giovanni Paolo II, con le Sue Encicliche sociali. Oggi è tutto diverso.
Lo scenario non è certamente dei più entusiasmanti.
I Corpi Sociali, nel concreto, stanno vivendo enormi difficoltà, vedi il problema dei Patronati e dei CAAF; l’attuale riforma delle Camere di Commercio che penalizza solamente la promozione e lo sviluppo economico del territorio, lasciando intatta la forza della burocrazia interna; il caos creato sulle Amministrazioni Provinciali che oggi vivono di una propria rappresentanza autarchica e priva di avvallo democratico diretto…solo alcuni esempi.
Molti cattolici sono presenti nelle file di questo o quel partito, anche negli Enti comunali, ma di fatto non riescono a testimoniare concretamente il loro vissuto e si fanno travolgere dal “politicamente corretto”.
Ecco che si propone il dilemma: cosa fare ?  
Perché molti movimenti ecclesiali, un tempo testimoni nel politico, oggi si sono di fatto assopiti rinchiudendosi in se stessi ? Oggi la presenza nelle scuole e nelle Università è limitata o nulla. Perché non ci si sveglia ?
Abbiamo necessità di nuovi politici autenticamente cristiani, sentiamo la necessità di riprendere nuovi percorsi partendo proprio dall'esperienza dei Cattolici Popolari e del Movimento Popolare senza alcun collateralismo di maniera ma politica che si fa anche testimonianza e presenza attiva.
Nel saggio di Saverio Allevato e Pio Cerocchi, La P38 e la mela”, edito da Itaca Libri, si ripercorrono suggestioni di un impegno di cui oggi si rivede la necessità. Un impegno fatto di condivisione, testimonianza e presenza. Un impegno che nasce principalmente da un’amicizia e da un Incontro. Un impegno tra la gente e per la gente.
La Politica deve tornare a dare una risposta precisa e concreta ai bisogni della gente, una risposta all’Umano !
Una grande responsabilità è proprio in capo a noi laici. Nel numero di Maggio 2017 del mensile “Il Timone”, Aldo Maria Valli ha firmato un interessante report – “L’ora dei laici”- su un seminario svoltosi sul’esortazione apostolica “Amoris Laetitia”, evidenziando il Catechismo della Chiesa Cattolica quando ci dice che proprio a noi laici “spetta illuminare e ordinare tutte le realtà temporali, alle quali essi sono strettamente legati….” Il ruolo attivo dei laici, giusto per precisare, è un concetto proprio del Concilio Vaticano II, ripreso autorevolmente anche dall’insegnamento di San Josemaria Escrivà. In una bella Omelia pronunciata nel Campus dell’Università di Navarra già nel 1967, “Amare il mondo appassionatamente”, l’allora Mons. Escrivà evidenziava come bisogna servire il Signore “nei compiti e attraverso i compiti civili, materiali, temporali della vita umana: in un laboratorio, nella sala operatoria di un ospedale, in caserma, dalla cattedra di un’università, in fabbrica…Dio ci aspetta ogni giorno…
Ecco che la strada è di fatto tracciata, basta solo percorrerla.
Ho ripreso dalla libreria di famiglia un raccolta di interviste e scritti di Don Luigi Giussani, “Un avvenimento di vita cioè una storia”, pubblicata dalla rivista settimanale “Il Sabato” con una prefazione dell’allora cardinale Ratzinger. In un passo Giussani ci dice che “Essere presenza questa è la nostra ultima categoria … Presenza vuol dire un modo diverso di essere dentro una situazione …Essere presenza in una situazione vuol dire esseerci in modo da perturbarla così che, se tu non ci fossi, tutti se ne accorgerebbero … Essere presenza vuol dire essere dentro una situazione rendendo Cristo avvenimento della nostra persona….”

domenica 23 luglio 2017

Centro Alta Diagnostica di Latina: una risorsa per tutta la comunità !


Sosteniamo il Centro di Alta Diagnostica di Latina. 
Un bene per tutta la nostra Comunità !


In questi giorni si susseguono -giustamente- gli interventi a sostegno del Centro di Alta Diagnostica di Latina, eccellenza sociale e della prevenzione sanitaria finanziata dalla Fondazione Roma, grazie al suo Presidente Prof. Emmanuele Emanuele e all' Avvocato Alfredo Loffredo, referente pontino della Fondazione. 
L'intervento ha visto anche l'impegno economico della Provincia di Latina e il supporto amministrativo del Comune di Latina.

Oggi vediamo messo a rischio questa bella realtà, causa un diniego amministrativo della Regione Lazio.
Non entriamo nel merito amministrativo, non è il nostro ruolo, ma dobbiamo evidenziare come questo progetto, nei fatti, sia stato avversato da tempo, quando poi porterebbe su Latina una eccellenza in ambito professionale sanitario e una opportunità di crescita economica per tutta l'area, viste le ricadute riguardo ai servizi e all'accoglienza.

Si auspica che il Comune di Latina con il Sindaco Damiano Coletta, i Parlamentari pontini e le Istituzioni tutte possano collaborare per far sanare i motivi di questo "diniego" regionale. 

Voci (sicuramente maledicenze 😁 ! ) verrebbero potenti lobby romane all'azione per portare il Centro di Alta Diagnostica nella Capitale, scippandolo a Latina....quando poi tutta la struttura è ormai quasi pronta al centro della nostra Città.

La battaglia non è partitica. Non centra nulla destra sinistra o centro; questo o quel colore ideologico. Centra solo il bene per la nostra Città e per la provincia pontina tutta. Non bisogna spostare il problema su posizioni di scontro ideologico....come si direbbe a Roma: "non c'azzecca niente" !!!
Speriamo in un sussulto di orgoglio dei nostri politici e delle nostre Istituzioni !

Ivan Simeone

venerdì 7 luglio 2017

Riappropriarsi della politica...la sfida di Adriano Romualdi.




Riappropriarsi della Politica tra Cultura,
Valori e Corpi Sociali.

La sfida, sempre attuale, di Adriano Romualdi.
Articolo pubblicato sul quotidiano on line "Il Giornale d'Italia"


di Ivan Simeone


Quali sfide culturali a destra ? Quali progetti ? Quali percorsi seguire ?
In questi ultimi mesi si registra un nuovo fermento “movimentista” nel mondo ormai poliedrico della destra, una destra che ancora sta andando in ordine sparso e, ad oggi, appare ai più senza una vera strategia.
Una destra che bisogna ridefinire e riposizionare strategicamente e culturalmente. Un “movimento” di destra che deve riuscire ad affrontare le nuove sfide che oggi questa cultura “liquida” e relativa sta imponendo a tutta la nostra società.
Ma cerchiamo di essere pragmatici.
Oggi stiamo assistendo ad una messa in discussione di tutti quei Valori che sono fondanti per la nostra cultura occidentale. La Famiglia è messa in discussione, la dignità della vita umana è oggi un aspetto sindacabile; si mette in discussione anche la vita di un bambino già nato, portatore di handicap come il caso del piccolo Charlie in Gran Bretagna; caso che “dovrebbe” coinvolgere tutta la nostra Europa; Europa che sembra aver perso la bussola affogando nelle lobby finanziarie internazionali.
Vogliamo poi parlare del Gender e dell’utero in affitto, con tutte le sfide bioetiche ?
Oggi vengono messi in discussione i “Corpi Sociali” intermedi come le organizzazioni datoriali e sindacali. Si vuole un cittadino “nudo” dinanzi al potere politico, mettendo da pare tutto il mondo sociale che fino ad oggi è stato il fondamento della nostra politica e della nostra società. Non sappiamo più cosa sia la concertazione o la sussidiarietà.
Sul piano economico assistiamo ad una continua messa in discussione delle piccole imprese, delle aziende artigiane, delle attività familiari piegate sull’altare della grande multinazionale.
E’ cosa notoria -basta leggere le ultime statistiche- che i finanziamenti alle piccole imprese, anno dopo anno, vengono erogati sempre meno e, al contrario, si sostengono le grandi multinazionali e SPA. Le Province sono in piena “crisi di identità” amministrativa come la concreta penalizzazione delle Camere di Commercio, che erano rimaste l’unico punto di riferimento dell’economia locale e territoriale. Critica la situazione delle Banche di prossimità: le popolari e quelle di credito cooperativo.
Tutto ciò va ben oltre al normale confronto politico destra-sinistra. E’ un confronto duro sui Valori, su un nuovo progetto di vita quotidiana.
I nostri politici eletti, i nostri Parlamentari se ne sono resi conto ? Cosa si sta facendo ?
Dove sta la proposta sociale dei cattolici nel politico ? Dove sta la proposta culturale di “presenza” dei Movimenti cattolici ? Il Santo Padre Francesco più volte ha esortato a “non rimanere in finestra”…ma con quali risultati ?
A monte, anche del variegato “movimento di destra”, manca un vero disegno culturale, una proposta organica. Mancano le riviste, i centri culturali, i think tank. Dove sono finiti gli “operatori culturali” ? Si sono omologati alla “cultura liquida” ?
Nei giorni scorsi ho riletto gli scritti di Adriano Romualdi.
Il suo attivismo militante affiancato da un grande ed approfondito studio. Certamente uomo del suo tempo, ma uomo di azione e di cultura che guardava ad una “grande politica” in un’ottica europea, che ancora oggi ha il suo fascino valoriale e politico.
Una Europa non basata sull’euro ma su una comune identità. Una destra che deve necessariamente “guardare” all’Europa.
Romualdi, ci dice come “il compito della destra, il suo impegno più sacro è quello di restare la coscienza dell’Europa…
Gennaro Malgieri, nella prefazione del saggio “Una cultura per l’Europa” di Adriano Romualdi (ed. Settimo Sigillo), evidenzia come “la scelta europea è innanzitutto un modo di essere. Essa si esplicita nella consapevolezza della decadenza dell’Europa…” Romualdi cerca di “segnare” il passo, illustrando la strada da percorrere.
Collaborò con molte riviste tra cui il quotidiano “Giornale d’Italia”. Da queste colonne cercò di lanciare la sua proposta metapolitica. Studioso della “rivoluzione conservatrice” e discepolo di Evola, guardava ad una Europa unita culturalmente ed economicamente, che potesse fare da baluardo all’Est come all’Ovest. Oggi si stanno riproponendo, se pur con tutte le differenze dei tempi, alcune dinamiche similari.
Ecco che bisogna “riappropriarsi della politica”, nella sua eccezione più ampia del termine. Sempre Malgieri evidenzia come “Ai nuovi soggetti è dato di ricomporre i frammenti del sociale nel segno dell’egemonia politica e per una nuova politica dei valori…”
Parafrasando un Santo Spagnolo potremmo azzardare e dire che questa crisi che stiamo vivendo è certamente una crisi di Valori, ma anche una crisi di leader.

Ivansimeone.blogspot.com

Bibliografia:

§  “Adriano Romualdi: l’uomo, l’opera e il suo tempo” -  di Rodolfo Sideri, (Ed. Settimo Sigillo)
§  “Adriano Romualdi conservatore rivoluzionario” – Atti del convegno di Forlì 1983 (Ed. Eclettica)
§  “Una cultura per l’Europa” – Adriano Romualdi (Ed. Settimo Sigillo)
§  “Il Fascismo come fenomeno europeo” – Adriano Romualdi (Ed. Settimo Sigillo)

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