giovedì 3 marzo 2011

Abi: Mussari elogia le banche e le loro origini cattoliche

Di seguito, riportiamo un pezzo di "Daily Blog" sull'incontro tenutosi a Roma lo scorso Martedì primo maggio, presso il Centro internazionale di Comunione e Liberazione, dove è stato presentato il saggio di Gotti Tedeschi (Presidente dello IOR) su "Denaro e Paradiso, i cattolici e l'economia globale".

Ivan Simeone


Giuseppe Mussari, numero uno dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi), è intervenuto proprio nel corso della giornata di ieri presso il Centro Internazionale di Comunione e Liberazione: il suo discorso si è inevitabilmente intrecciato con le tematiche cattoliche e sul vero e proprio origine del sistema creditizio del nostro paese, il quale, secondo lo stesso Mussari, vanta una cultura cristiana piuttosto profonda. Talmente profonda che è stato proprio grazie ad essa che gli istituti italiani sono riusciti a scongiurare le speculazioni che altrove hanno invece indebolito le strutture finanziarie.

In particolare, le banche nostrane sono nate con l’intento di sintetizzare in maniera efficace finanza e contrasto all’usura, visto che inizialmente erano proprio gli enti ecclesiastici a promuovere la loro istituzione; il sistema ha mantenuto intatti questi valori e ora non corre alcun rischio nel breve termine, così come è successo nei momenti più difficili della recente crisi economica. Secondo Mussari, inoltre, occorre pensare in modo approfondito a un adeguato modello bancario che sia in grado di assicurare ricavi sicuri e certi, ma la tassa sul prelievo sembra esclusa.

D’altro canto, il presidente dell’Abi ha seccamente smentito una indiscrezione del Financial Times, in base al quale i nostri istituti starebbero pensando al ricorso alle riserve auree della Banca d’Italia, così da venire incontro a quanto richiesto da Basilea 3. C’è comunque qualche critica che è stata mossa nei suoi confronti. In effetti, Lando Sileoni, segretario del Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani), vorrebbe degli aumenti salariali automatici per il settore e non un recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni come sta avvenendo in questo momento.

La posizione di Mussari di non voler incrementare gli stipendi in base all’inflazione prevista viene avvertita come inopportuna, anche perché a breve si discuterà il rinnovo del contratto di oltre 340.000 bancari. Qualche attrito si avverte anche in relazione al fondo esuberi dei dipendenti in questione: l’indennità di disoccupazione non piace alla sigla sindacale, convinta del possibile pre-pensionamento per molti lavoratori.

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