venerdì 28 dicembre 2018

Un riflessione: ma San Giuseppe ?


Ma San Giuseppe ?
Possibile che nessuno “se lo fila” ?


In questi giorni di festa, guardando il presepe, il pensiero mi va a “cadere” su San Giuseppe.
Oggi nessuno parla di Lui…..tutti vanno a dissertare sui vari personaggi come i Re Magi, il ruolo dei pastori, la cometa…ovviamente de la Santa Vergine con il bambinello ….. ma San Giuseppe ?
Tutti lo raffigurano anziano e avvinghiato al suo bastone, un personaggio che presto “scompare” dai Vangeli, quasi una comparsa cui nessuno poi tanto nota.
Ma è veramente così ?
Sono andato un pochino a “rispolverare” i miei ricordi e, senza entrare in discussioni troppo dotte ed arzigogolate, la cosa non mi convince…. Anzi proprio “non ci stò” !
San Giuseppe è una figura essenziale, il tipo di padre che, con discrezione vigila e ti risolve i problemi del quotidiano, colui che –nella normalità della giornata- ti insegna a lavorare e ad affrontare la vita di tutti i giorni, senza clamore ma con dedizione e costanza.
Se pensiamo che la vita pubblica di Gesù è durata circa dai trenta ai trentatré anni, il resto della Sua vita come è stata vissuta ?
Sicuramente come un normalissimo figlio che cercava di stare appresso al proprio padre. Non dimentichiamoci che Giuseppe era definito un “artigiano” ovvero, per l’epoca, una persona di ingegno che faceva diversi lavori di costruzione manuale…quindi certamente non poteva essere un anziano “abbarbicato” al suo bastone, ma un uomo certamente maturo ma pieno di se per lavorare e portare avanti anche economicamente la propria famiglia.
Ci aiuta nella riflessione il saggio di Federico Suàrez, “Gesù sposo di Maria”, per le edizioni ARES che ho “ripescato” nella mia libreria. Consiglio a tutti di dargli una letta.
San Giuseppe potrebbe essere un esempio da seguire per tutti i Papà…messi un po’ da parte, in secondo piano, un pò ofuscati, discreti ma poi essenziali.
San Josemarìa Escrivà, in una delle sue più importanti omelie, “Nella bottega di Giuseppe” (in E’ Gesù che passa” – Ed. ARES) focalizza proprio la figura di San Giuseppe ed al senso ultimo del lavoro quotidiano, del lavoro giornaliero… “San Giuseppe –ci rammenta San Josemaria- non era l’uomo delle soluzioni facili e miracolistiche; era uomo perseverante, tenace e –all’occorrenza- ingegnoso”….un uomo che lavorava per la sua famiglia “con un lavoro ben fatto…..La sua attività professionale era orientata al servizio degli altri, a rendere più gradevole la vita delle famiglie del villaggio; ed era certamente accompagnata da un sorriso, da una parola opportuna…..”
Ed allora perché non cominciare a raffigurarlo giovane ed operoso anche nei presepi ?
Buon Santo Natale.

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