Confartigianato Imprese Latina esprime un giudizio positivo sull'attività dell'Assessorato alla formazione della Regione Lazio, On. Zezza, e in particolare sul progetto AMVA (Apprendistato e mestieri a vocazione artigianale) sull'apprendistato. Di seguito la riflessione del Direttore di Confartigianato Latina, Ivan Simeone, che ha partecipato alla giornata, organizzata presso l'Università di Latina.
Apprendistato Regione
Lazio – Italia Lavoro
Programma AMVA –
apprendistato e mestieri a vocazione artigianale-
Latina 29 febbraio 2012
Intervento di Ivan
Simeone
Direttore “Confartigianato Imprese Latina”
Innanzitutto un grazie per l’invito in quello
che riteniamo sia un momento importante di riflessione collettiva su
l’apprendistato e, più in generale, su quelle che sono le dinamiche
occupazionali e formative dei nostri giovani.
Un grazie bisogna volgerlo a “Italia Lavoro” per l’importante azione
che sta portando avanti. Con i suoi funzionari stiamo cercando –anche se con
fatica- a veicolare i progetti AMVA.
Prima di entrare nel merito del tema, mi
corre l’obbligo di evidenziare come, da tempo, le Organizzazioni dell’artigianato
della provincia di Latina (Confartigianato
e CNA) hanno avviato un processo di propositiva collaborazione e di
sinergia a beneficio del tessuto imprenditoriale locale, anche nell’ottica di
“Rete Imprese Italia”.
Ma entriamo nell’argomento.
Partiamo da due dati ormai assodati:
le
nostre piccole imprese sono ormai nel pieno delle difficoltà, sommerse dai
problemi che –come è ormai dato diffuso- vanno dagli eccessi della burocrazia che aumenta i costi di gestione, ai
problemi con gli Istituti di credito
che hanno ridotto gli interventi creditizi; oggi si sopravvive solo grazie
all’azione dei confidi che le associazioni di categoria portano avanti, magari
anche grazie all’ausilio dell’Artigiancassa…(e
su questo poi bisognerebbe aprire un capitolo a parte…).
A questo proposito prendiamo atto
positivamente della nuova moratoria per
i mutui delle nostre imprese verso il sistema bancario.
Pensate che negli ultimi tre mesi del 2011
(dati Banca d’Italia) i prestiti erogati
dal sistema bancario alle imprese sono diminuiti dell’ 1,5% e nell’ultimo mese di dicembre siamo arrivati
ad una contrazione del 2,2%.
Il problema è ormai grave.
Altro dato è quello di una profonda crisi occupazionale che,
giorno dopo giorno, si sta aggravando.
I dati statistici li conosciamo.
Secondo il rapporto “Confartigianato”, in
Italia sono 1.944.000 i giovani tra 25 e 34 anni senza lavoro. Un numero
che ci fa guadagnare il primato negativo in Europa per il più alto tasso di
giovani inattivi: 25,9% a fronte del 15,7% della media Ue.
Un tasso di disoccupazione che si aggira
intorno al 8,9% al dicembre 2011.
La situazione del mercato del lavoro
giovanile nel nostro Paese è fotografata in un rapporto dell'Ufficio studi di
Confartigianato in cui si rileva che la crisi pesa sulle spalle dei giovani:
tra il 2008 e il 2011 gli occupati under
35 sono diminuiti di 1.130.000 unità, pari al -15,6%.
La flessione in Italia è di intensità doppia
rispetto all’Eurozona dove il calo è stato del 7,1%. Ed è
il Mezzogiorno l’area che ha registrato la maggiore perdita di
occupati under 35: 371.000.
Pensate che oggi si parla anche di una
disoccupazione “passiva”, ovvero coloro che sono giovani, non studiano, non
lavorano e non cercano una occupazione…i “neet
– inoccupati” (not in education, employment or training - non prosegue gli studi, l'occupazione o la
formazione)…se aggiungiamo questa nuova categoria, ecco che i dati
lievitano. Nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni il tasso di disoccupazione è
del 31%.
Ma all’Italia dei giovani disoccupati si affianca
un Paese che di lavoratori ne ha bisogno e che li forma con lo strumento
dell’apprendistato.
In Italia gli apprendisti sono 530.368
e, tra i giovani con lavoro dipendente, il 19,5% per cento è occupato
con questo tipo di contratto.
In
particolare l'artigianato è il settore con la maggiore vocazione all'utilizzo
dell’apprendistato: sono 194.495 gli apprendisti occupati nelle aziende
artigiane,
il 31,6% del totale. E il 12,5%
delle assunzioni nelle imprese artigiane avvengono con questo contratto, a fronte
del 7,2% delle aziende non artigiane.
Nel Lazio
il numero degli apprendisti è di 52.190 pari al 9,8%.
Il numero più alto è in Lombardia con 89.940 (17%), seguita dal Veneto con 65.498 apprendisti.
Ecco che, per noi, l’apprendistato è uno
strumento valido e fondamentale, che avvicina il giovane concretamente al mondo
del lavoro…..la politica del fare
che stiamo sostenendo da tempo.
Ottimo il supporto che la Regione ci sta
mettendo a disposizione con il progetto AMVA, “contributi” che, se pur modesti,
sono sempre un incentivo che si va ad aggiungere ai normali benefici introdotti
dalla legge di stabilità 2012….aliquota contributiva ridotta se non addirittura
pari a zero per i primi tre anni, sotto-inquadramento…come importante è
l’attività formativa.
Su
questo un appello all’Assessore Zezza…cerchiamo di porre in essere sempre più
azioni formative orientate alle reali necessità delle imprese
locali….ragioniamo insieme, per dare opportunità ai nostri ragazzi e alle
imprese.
Noi
siamo concretamente a disposizione.
Secondo alcuni dati Excelsior e Ministero del
lavoro (da verificare poi a posteriori), nel 2011 le imprese non sono
riuscite a trovare 45.250 figure
(posti di lavoro) da occupare; in prevalenza commessi (5.000 posti),
camerieri (2.300 posti), parrucchieri/estetiste (1.800 posti)….questi i
dati ufficiali che mi lasciano interdetto…..se è vero che aziende necessitano
di personale specializzato (che sappiano fare realmente qualche cosa !) sul
territorio giovani parrucchiere o commessi ne troviamo una marea…allora dove
sta il problema vero ?
Forse i costi del personale o la paura di
ingessarsi una volta assunta una persona ?
Ecco che l’apprendistato, così come è stato
ragionato, e come si sta ragionando in queste ore sul tavolo delle parti sociali
del Governo, con ipotesi di agevolazioni contributive crescenti nel tempo e
certificazione della formazione ricevuta dai giovani….diviene un supporto
importantissimo.
Riguardo ai mestieri “introvabili”, azione
che vede la Confartigianato regionale direttamente coinvolta con la Regione
Lazio, anticipo che, la Confartigianato di Latina, tramite il suo Centro Studi,
con il supporto della Camera di Commercio, ha svolto una analisi fotografando
la situazione dell’artigianato nella nostra provincia,con particolare
attenzione agli “antichi mestieri” che stanno scomparendo; analisi che verrà
presentata nelle prossime settimane con una guida per i giovani che vogliono
avviare una attività artigianale.
Bisogna lavorare affinchè sempre più vi sia
una interazione tra la domanda di lavoro e la richiesta delle nostre
imprese….formazione mirata !
Attendiano ora con vivo interesse
l’intervento legato all’esperienza delle “botteghe –scuola di mestiere” e
all’intervento orientato alla creazione di nuova imprenditoria.
Ma
quali gli aspetti su cui riflettere ?
a) La poca conoscenza
delle opportunità (dobbiamo lavorare di più anche noi Associazioni di
categoria…)
b) Il problema della
fideiussione
c) Le dinamiche
formativeche finalmente non sono più a carico delle imprese.
Finalmente si sta andando sulla via giusta.
In questo momento di criticità generale è
bene –come sta facendo oggi la Regione Lazio, dare un segnale positivo e
operoso e rilanciare il lavoro della piccola impresa, il “saper fare”…..
Concludo ricordando San Murialdo, il fondatore del Collegio degli artigianelli di
Torino, quando ci dice che un mestiere è
come una cascina sotto cui ripararsi quando piove….