Incontro
promosso dal Rotary Club Latina presieduto da Ivan Simeone
Cesare Fumagalli al Rotary Club Latina.
Artigianato e PMI: prospettive e criticità.
L’analisi del Segretario generale di
Confartigianato Imprese Cesare Fumagalli.
Imprenditori a confronto. Le piccole imprese
possono rilanciare l’economia.
L’importanza dell’artigianato, delle piccole
imprese e PMI nella realtà economica nazionale e locale, prospettive di
sviluppo e criticità sono stati gli argomenti al centro dell’incontro promosso
dal Rotary Club Latina, presieduto da Ivan
Simeone, con il Segretario generale nazionale
della “Confartigianato”, Cesare Fumagalli, tenutosi all’ Hotel
Europa Giovedì scorso.
Molti gli imprenditori, professionisti e
rappresentanti delle Istituzioni presenti, tra cui l’assessore regionale al
turismo On. Stefano Zappalà, l’assessore provinciale alle attività produttive Silvio D’Arco, il presidente del
consiglio comunale Nicola Calandrini, l’assessore comunale
ai servizi sociali Patrizia Fanti, il
consigliere regionale e dirigente di Confartigianato Regione Puglia Mario Vadrucci, il presidente provinciale
di Confartigianato Latina Aldo Mantovani,
il vice presidente della Camera di Commercio di Latina Carlo Barrucci anche in rappresentanza di Confindustria Latina, il
Direttore provinciale di Federlazio Saverio
Motolese e il Presidente del GAL Felice Palumbo.
Presenti anche gli imprenditori componenti
dell’ esecutivo provinciale della Confartigianato.
Una occasione, come evidenziato dal Presidente
Ivan Simeone, tesa a focalizzare sempre più l’attenzione sulla situazione
economica che la provincia pontina sta vivendo, con conseguenti effetti sul
sociale, e sui problemi che quotidianamente le piccole imprese e gli artigiani
vivono. Oggi, ha continuato Ivan Simeone, la situazione è difficile e bisogna
che le istituzioni diano risposte concrete, con interventi concreti.
Il Rotary di Latina, conclude Ivan Simeone,
vuole –per quanto di propria competenza- porre in evidenza queste difficoltà ed
offrire momenti di confronto e di sinergia tra i soggetti interessati e gli
operatori del territorio.
L’apprezzamento per l’iniziativa nelle parole
del Sindaco di Latina, Giovanni Di
Giorgi, attraverso una lettera inviata al Presidente del Rotary Club Latina:
«Desidero rivolgere un sentito apprezzamento a tutti gli amici del Rotary di
Latina per aver confermato quella
particolare sensibilità verso i temi di grande interesse sociale che da sempre
rende il vostro sodalizio un prezioso supporto al lavoro delle istituzioni. Un
ruolo, questo, tanto più evidente nel difficile contesto economico-sociale che
la nostra comunità, locale e nazionale, si trova ad affrontare».
Chiara ed efficace l’analisi di Cesare Fumagalli che ha illustrato il
trend economico nazionale dal 2000 a oggi, soffermandosi sulle conseguenze
della globalizzazione e sugli effetti dello “tsunami” della finanza
sull’economia reale: «Le oscillazioni
degli indici dei mercati influenzano il risparmio finanziario di famiglie e
imprese visto che è costituito per la metà da azioni, obbligazioni e quote di
fondi comuni di investimento. La pressione dei costi di acquisto delle materie
prime e dell'energia continua a spingere verso l'alto i prezzi alla produzione
manifatturiera sul mercato interno che, ad agosto 2011, registrano una crescita
tendenziale pari al 4.8%. Nonostante il contesto turbolento l’Italia, che
purtroppo resta il Paese con il più alto numero di differenziali, ha mostrato
segni di forte competitività sui mercati esteri; infatti nei primi sette mesi
del 2011 il nostro export è cresciuto del 14.5% rispetto allo stesso
periodo del 2010, la migliore performance tra i maggiori paesi europei
esportatori. Da evidenziare che la crisi ha impattato maggiormente sugli
uomini: ad agosto 2008 le donne occupate sono in aumento dell’1.4% mentre gli
uomini sono in discesa del 2.7%». Le
prospettive. «I vincoli alla crescita – conclude Fumagalli – sono l’alta
pressione fiscale, l’evasione fiscale, l’illegalità e corruzione, la scarsa
liberalizzazione, la burocrazia, la lunghezza dei tempi della giustizia civile,
gli investimenti pubblici, gli inattivi in età lavorativa, la disoccupazione
giovanile, la bassa crescita del Mezzogiorno e la dinamica eccessiva dei costi
della politica. Da qui dobbiamo ripartire perché ci sono migliaia di prodotti
che ci rendono ancora i numeri uno nel mondo».