Una “testimonianza attiva”
tra Movimento politico e Hub sociale
Verso il primo Congresso regionale del Lazio di “INSIEME”
Una riflessione di Ivan Simeone
Il prossimo 15 gennaio, pandemia permettendo, a Frosinone si celebrerà il primo Congresso regionale del Lazio di “INSIEME”, il Movimento politico nato il 5 novembre del 2019 con il lancio del Manifesto politico e costituitosi in Partito nell’ottobre del 2020.
E’ certamente un momento importante poiché la nascita di un nuovo soggetto politico sul territorio può rappresentare quella novità progettuale e valoriale che potrebbe, uso il condizionale, essere e fare la differenza.
Ma cosa è “INSIEME”? Come muoversi? Quali Valori portare avanti?
“INSIEME”, a mio avviso, pur essendo formalmente “Partito” deve essere principalmente “Movimento politico” con un DNA ben radicato nel Magistero sociale della Chiesa Cattolica. Una metodologia operativa da “Movimento”, altrimenti rischia una falsa copia di realtà ben più solide e con una storia ben più radicata. Movimento di testimonianza valoriale e pragmatico nelle scelte, senza cedere su quei “Valori” che per il cattolico non sono negoziabili. Non uno dei tanti “cespugli” centristi ma un vero Hub politico e sociale, che punti a interconnettere le varie esperienze sui nostri territori e lavorare per un unicum.
Non bisogna omologarsi al “politicamente corretto”. Occorre fare in modo che sui territori la gente si chieda: “ma questi chi sono? cosa vogliono?” Essere “scandalo positivo” per attrarre con proposte culturali forti che si devono tradurre in proposte politiche.
Più volte si è detto che “INSIEME” ha tre riferimenti fondanti: la Costituzione italiana (oggi spesso tirata per la giacchetta da una parte come dall’altra), il Partito Popolare Europeo e, primo fra tutti, il Magistero sociale. Questo è il biglietto da visita.
In un saggio a firma
di Hans Urs von Balthasar e Luigi Giussani, “L’impegno del cristiano
nel mondo” –che invito a tutti di leggere e rileggere-, edito dalle edizioni
Jaca Book, saggio che lessi da ragazzo per la prima volta negli anni ottanta e
ancora oggi vado a “sfogliare”, fa comprendere quale è il nostro ruolo nel
quotidiano e, quindi, nel politico; essere “semplicemente” lievito. Il lievito
in se stesso non è il nulla, inserito nella pasta è il tutto. Noi dobbiamo
inserirci nella società, nella politica, non stare alla finestra –come ci
esorta Papa Francesco- e
compenetrare le strutture….”il cristiano
ha il compito di compenetrare le strutture finite con lo spirito infinito di
amore e di redenzione, anche se esse opporranno sempre totale resistenza a
questa compenetrazione…Il modello
sperimentato di comunità cristiana all’interno della più vasta comunità umana,
sarà una specie di faro: bisogna andare in questa direzione, attendere a questi
valori, per ridare vita alle strutture dall’interno…”
Come cristiani
dobbiamo rimboccarci le maniche ed operare !
Non dobbiamo inventarci nulla. La nostra strada è tracciata dal Magistero sociale; dobbiamo “solo” percorrerla e INSIEME può essere la Compagnia, la Comunità politica di riferimento. Per usare una figura cara a Tolkien, “INSIEME” può essere la nostra “Compagnia dell’Anello”.
Molti vorrebbero un non-impegno dei cattolici nel politico, vorrebbero uno sdolcinato senso cristiano rinchiuso nel profondo delle sacrestie ma questo non è possibile. Il Cristianesimo è missionario, il Cristianesimo è testimonianza personale e di comunità “nel quotidiano”.
L’agire quotidiano, il lavoro, l’impegno professionale, l’Istituto della Famiglia ……sono tutti aspetti squisitamente “politici”.
Ovviamente per operare in maniera pragmatica bisogna essere organizzati e strutturati. Dobbiamo avere realtà che sappiano e che possano dialogare con il mondo produttivo e sindacale, dobbiamo essere organicamente presenti nel mondo dell’educazione e della formazione, strutturati nella comunicazione. Bisogna essere professionalmente ordinati e predisporre un network politico diffuso sul territorio.
Scuola, mondo delle imprese familiari, commercio di prossimità e artigianato, economia locale, partite IVA, mondo del lavoro e sindacale, Terzo Settore …. Sono questi ambiti politici cui bisogna operare con competenza. Senza fare voli pindarici ma operare lì dove si è già presenti. Mattone dopo mattone.
Oggi si sente la necessità di una politica che realmente rappresenti gli interessi diretti delle categorie sociali; politica come rappresentanza degli interessi diffusi e ricreando un rapporto diretto tra eletti ed elettori.
Bisogna essere gli scalpellini del 2020, gli artigiani della politica: passo dopo passo, pezzo dopo pezzo, innalzare le nostre piccole cattedrali.
Non vi può essere spazio per il pressapochismo.
Uno dei punti focali è la “Sussidiarietà Circolare”, come elaborata dal Prof.Stefano Zamagni e dalla Scuola di Economia Civile, una azione a partire dagli Enti locali che vede il sociale, il Terzo Settore seduto al fianco dell’Istituzione locale e al privato per elaborare congiuntamente progetti e renderli operativi a beneficio di tutta la Comunità locale.
L’impegno dei cattolici popolari e democratici ha avuto negli anni passati diverse esperienze importanti. Rammento quella del “Movimento Popolare” degli anni 80 o l’esperienza romana di “Presenza 80” con la FIDAE di Fratel Giuseppe Lazzaro.
Ora è il tempo di nuove sintesi d’azione politica. “INSIEME” può essere quello “strumento operativo” per meglio testimoniare un comune sentire. Un’azione politica inclusiva ma fedele nei propri Valori.
Il congresso sarà solo in presenza?
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