Quale visione “sociale” dell’economia
e della politica ?
Latina – Diciamolo subito. Come Italiani siamo veramente fortunati e riusciamo sempre a “cadere in piedi” e poi correre più veloci di prima.
Oggi la guida del “Paese Italia” è in salde mani con il Presidente Mattarella (a cui tutti noi dobbiamo solamente dirgli Grazie), il Presidente del Consiglio Draghi ed il Presidente della Corte Costituzionale Amato, grande costituzionalista e con una autorevole esperienza politica alle spalle. Da notare che sono tutti Uomini formati nella così detta “Prima Repubblica”, tanto (ieri) denigrata ed oggi …..
Abbiamo una guida solida, nonostante l’inconcludente azione dei nostri politici che sono riusciti, ancora una volta (tranne qualche rara eccezione) a dimostrare una incapacità di mediazione e di sintesi, aspetti essenziali per chi vuole “segnare il passo” di una comunità. Proprio la moderazione, il dialogo, la sintesi sono le qualità che oggi mancano ai nostri politici.
Un grande Santo spagnolo dei nostri tempi, diceva sempre che la crisi del mondo era crisi di Santi; parafrasando (sperando che non mi arrivi una saetta) potremmo tranquillamente dire che la crisi della politica è crisi di Leader. Mancano veri Leader preparati e autorevoli.
La visione che la politica ci sta dando non è certamente una delle più autorevoli.
Abbiamo visto il teatrino non certo edificante dell’elezione del Presidente della Repubblica e registriamo una situazione economica reale che non aiuta le piccole imprese familiari, le attività produttive “di prossimità”, i corpi sociali e le stesse Organizzazioni economiche di rappresentanza.
Si sta prefigurando un pericoloso scollamento tra la politica e le esigenze della gente di tutti i giorni.
Con difficoltà oggi intravediamo punti di riferimento solidi. Assistiamo a dinamiche politiche basate sull’oggi, una politica che non progetta, non forma, non guarda ai processi futuri di sviluppo e di crescita…una politica dell’oggi che lascia interdetti al di là delle personali convinzioni ideologiche (se ancora si può parlare di ideologia); partiti che sono utilizzati ormai solo come taxi, per raggiungere la sedia di turno, privi di tensione ideale.Abbiamo necessità di “nuove prospettive” economiche e sociali che siano solide, condivisibili ed efficaci. Abbiamo necessità di moderazione e professionalità, di politiche concertate. Sentiamo l’esigenza di un nuovo “spazio politico”.
Nei giorni scorsi, dalle pagine del quotidiano Avvenire (mercoledì 26 gennaio), il Prof. Stefano Zamagni, uno dei padri del neonato Movimento politico di area cattolica “INSIEME” www.politicainsieme.com, ha firmato un lungo articolo –“L’economia fraterna contro il darwismo sociale”- con cui presentava il nuovo saggio, vero Manuale economico, dal titolo “Lezioni di storia del pensiero economico”, edito da “Città Nuova” a firma dei Professori Luigino Bruni, Paolo Santori e lo stesso Stefano Zamagni, tutti riferimento della Scuola di Economia Civile. Lezioni per comprendere e avere una lente con cui interpretare gli accadimenti ma anche accendere i riflettori su una “Economia Civile” che vede come punto di riferimento la Persona e non l’individuo.
Una linea di pensiero economica che risale ad Antonio Genovesi ed alla prima cattedra universitaria di Napoli sull’Economia civile istituita nel 1753. Un’ Economia civile che pone essenziale il concetto di Comunità e di Corpi intermedi della società, che si vanno ad aggiungere allo Stato e al Mercato.
Da qui si sente l’esigenza di una nuova visione politica ed economica che valorizzi anche le dinamiche delle imprese familiari, le attività di prossimità, il “saper fare” della nostra tradizione artigianale, oggi in via di estinzione. Un’azione politica e amministrativa che parta dalle nostre Comunità locali, dagli Enti locali.
Tutto
ciò necessità di un approccio politico che sia maggiormente riflessivo e si
rapporti ai problemi del quotidiano in una lo
gica propositiva e non di scontro
perenne.
La politica degli “opposti” non sta dando i risultati che molti speravano e
bisogna guardare ad una politica del dialogo e della coerenza; come ci
evidenzia Papa Francesco nel
documento -Noi come cittadini Noi come popolo- (Buenos Aires 16 ottobre 2010), “La
riuscita di una cultura dell’incontro che privilegi il dialogo come metodo, la
ricerca condivisa di consensi, di accordi, di ciò che unisce invece di ciò che
divide e contrappone, è un cammino che dobbiamo percorrere”.
Ivan Simeone