venerdì 20 ottobre 2023

ECONOMIA - Giovani, formazione e imprese: qualche cosa non torna !

 

Giovani, formazione e imprese: qualche cosa non torna!

In provincia di Latina dovrebbero servire 42.620 unità lavorative

 

di Ivan Simeone

i.simeone@virgilio.it

 


Vi è qualche cosa che è difficile da comprendere. Partiamo subito da un dato della nostra provincia di Latina: servono circa 42.620 unità lavorative con una difficoltà di reperimento pari al 43,1%.... possibile? Con tutti i nostri ragazzi (e adulti) che cercano lavoro? Qualche cosa certamente non funziona. Bisogna interrogarci sia sulla formazione professionale dei nostri ragazzi che probabilmente –visti i risultati- non è più rapportata alla richiesta produttiva delle nostre imprese. Vi è poi –forse- il problema dell’incrociare la domanda di lavoro con l’offerta. Ma vi è anche qualcos’altro? I dati sono corretti?

Se andiamo a leggere lo studio della CGIA di Mestre, su dati ISTAT ed Excelsior, vediamo che in maniera puntuale si enunciano le professioni che oggi mancano alle nostre imprese. Ai primi posti vi sono le professioni artigiane della saldatura elettrica; medici di medicina generale; ingegneri elettronici e in telecomunicazioni; intonacatori. Questi hanno una percentuale di difficoltà di reperimento che va dal 81,3% all’80%.

Ma sono richiesti anche ben 2.210 Dirigenti di azienda di servizi alle imprese e alle persone, con una percentuale di difficoltà di reperimento del 77,8% … e così a seguire. L’elenco dei mestieri e professioni che si richiedono è lungo e variegato.

Si parla di “paradosso” ma la responsabilità di chi è se la formazione non è più adeguata? Di chi è la responsabilità per la mancanza di incrocio della domanda con l’offerta? I nostri imprenditori cosa realmente cercano? Ma ancora…i nostri ragazzi come si pongono davanti al mondo del lavoro?

Si parla di deficit educativo e di una mancanza di esperienze.

Chi esce dalle scuole e istituti professionali e/o professionalizzanti, hanno poi contezza del mondo del lavoro reale? Sono preparati e formati per inserirsi subito nel mondo della produzione? I nostri imprenditori non sempre possono “caricarsi” finanziariamente un lavoratore inesperto e non preparato, soprattutto le piccole imprese e realtà commerciali.

I dati nazionali ci dicono che in Italia mancano un milione di lavoratori che le aziende cercano ma non trovano...possibile? Certamente bisogna ridare dignità al “saper fare”, al lavoro manuale. Più passano gli anni e più le difficoltà aumentano, vuoi per lo sviluppo tecnologico ma anche per un senso di “responsabilità” che spesso viene a mancare.

Oggi, 2023, il 47,6% degli imprenditori intervistati ha evidenziato una difficoltà di assunzione.

Nel Lazio, sempre secondo le attuali rilevazioni, necessita maggiormente personale non qualificato per servizi di pulizia uffici ed esercizi commerciali, commessi delle vendite al minuto, camerieri, muratori e addetti ad affari generali...sinceramente mi sembrano attività non altamente specializzate ed è possibile che nella nostra regione non si trovano da assumere? Forse le Istituzioni dovrebbero fare qualche riflessione in più.  Solo nel Lazio, complessivamente, per queste attività menzionate le previsioni di assunzione sono per un numero di circa 141.860 “persone”. Tutte introvabili o non qualificate? Se così fosse (ma qualche dubbio mi si palesa) bisogna prendere atto di un fallimento delle politiche di formazione professionale del territorio.

Sul territorio regionale vi sono alcune realtà formative che sono una vera eccellenza, che hanno saputo creare una interconnessione tra l’attività didattica e le imprese che poi devono assumere; mi riferisco al centro ELIS di Roma (www.elis.org), Educazione Lavoro Istruzione Sport, Ente no profit con un’alta valenza professionale, educativa ed etica.

A Latina abbiamo una importante realtà: la “Latina Formazione Lavoro Srl”, una Agenzia per i Servizi Formativi e per il Lavoro partecipata della Provincia di Latina. Ha diverse sedi, molti giovani utenti, un grande Staff ma … vi è un reale link con il mondo del lavoro, dell’impresa, dell’autoimprenditorialità? Qualche anno fa vi furono alcune concrete proposte per dare la possibilità ai ragazzi di orientarsi all’autoimprenditorialità, con concreti supporti, ma poi vi fu un “nulla di fatto”. È questa una importante realtà formativa che deve essere supportata e rivalutata. È una opportunità per molti nostri ragazzi ma vi deve essere –come fatto su Roma- una vera interazione e sinergia con le grandi realtà produttive del territorio. Molto vi è da fare. La Politica deve metterci del Suo con sempre maggiore serietà, concretezza ed operatività, adeguandosi alle richieste del mercato attuale.

 

 

 

 

 

giovedì 3 agosto 2023

Come aprire una nuova attività ? Il Business Plan.

Come aprire una “nuova attività”? Il Business Plan.

 Articolo pubblicato su "Latina Corriere.it"

Sempre più giovani e meno giovani, cercano informazioni e chiedono aiuto per aprirsi una loro personale attività, sia questa commerciale come artigianale. Molte sono le richieste che ci giungono.

Mai come in questo periodo si percepisce molta confusione nell’ambito del lavoro. Molte imprese cercano personale specializzato senza trovarlo, molti sindacati denunciano proposte di salari non adeguati, molte amministrazioni pubbliche come grandi realtà imprenditoriali pubblicano bandi di concorso. Di contro molte persone puntano al crearsi una loro personale attività; il sogno ed il fascino del “mettersi in proprio”.

Ma come fare? Dove rivolgersi? Tutto quello che si “dice”, come quello che viene sbandierato, è poi tutto vero o accessibile?

Per chi si affaccia su questo mondo produttivo, vi è molto smarrimento. Primo problema fra tutti è quello della ricerca del credito per avviare il proprio sogno imprenditoriale, piccolo o grande che sia.

Un primo errore da non fare (e molti lo fanno!) è quello di partire proprio dalla ricerca erronea del credito. Spesso ci si sente chiedere: “Ci sono finanziamenti a fondo perduto?” “Che finanziamenti ci sono?” Sembra di stare al mercato e chiedere: mi dà un chilo di mele? Che frutta fresca oggi ci sta? Questo è l’approccio più sbagliato che vi sia.

La prima cosa da fare è comprendere quello che si vuole fare; capire realmente “cosa so fare”? Parte dalla risposta a questa semplice domanda, tutto un percorso che porta poi “ad aprire la serranda” della propria attività. Nel mondo del lavoro non ci si può improvvisare. Bisogna “Saper fare” qualche cosa e farlo anche bene.

Secondo aspetto è quello di verificare se ho le qualifiche legali (attestati, diplomi, certificazioni…) per fare quella determinata attività che desidero svolgere. Già in questi primi passaggi è opportuno farsi “accompagnare” da un professionista del settore, da una Associazione di Categoria che operi nel settore delle nuove imprese. Prima di affidarsi al consulente di turno, verificare chi si ha davanti. Basta andare in internet o sentire chi opera nel settore, per avere una qualche referenza diretta o indiretta. Bisogna cercare di affidarsi ad Associazioni di categoria conosciute e firmatarie di CCNL, professionisti iscritti ad ordini professionali o/e in possesso delle dovute certificazioni.

A questo punto, dopo un buon colloquio iniziale per capire cosa e come voler avviare il tutto e “mettere in piedi” il proprio sogno imprenditoriale, il primo passo è quello di cominciare a creare un primo piano d’impresa, il famoso “Business plan”. Questo strano oggetto del desiderio che sta diventando uno strumento essenziale per ogni operazione finanziaria. Su questo aspetto bisogna spendere due parole. Molti chiedono “a cosa serve il Business plan?” Come deve essere fatto?

Una premessa è d’obbligo. Il termine è molto vago e viene utilizzato dai diversi soggetti finanziari ed economici in modo diverso. Vi è chi identifica il BP solamente in una pianificazione finanziaria analitica (bilancio di previsione) a tre/cinque anni. Chi intende il BP un documento di analisi commerciale, oltre che finanziario e chi vede nel BP un documento che illustri l’assetto aziendale. Bisogna dire che non vi è una “regola certa e codificata” ma vi sono diverse indicazioni spesso provenienti dal mondo universitario, testi di autorevoli docenti, ricercatori ed esperti.

In verità non ho trovato una “codificazione” ufficiale e certificata, ad eccezione di una linea guida ufficiale (molto attenta e particolareggiata) ad opera dell’Ordine nazionale dei Commercialisti e Consulenti contabili, “Linea Guida al Business Plan” a cura del Gruppo di lavoro Area Finanza Aziendale; ma pariamo di BP per aziende molto strutturate o per Start up innovative. Attenzione a non confondere il concetto di “Nuova Attività” con “Start up” innovative; sono due realtà differenti.

 Ma le piccole realtà?

Oggi tutte le banche, bandi per finanza agevolata, finanziarie per credito d’impresa, richiedono una valutazione non solamente sui bilanci certificati nei due/tre anni precedenti, ma si basano molto sulle proiezioni finanziarie proprie di un BP. Figuriamoci per una nuova impresa che deve essere valutata esclusivamente sul “progetto aziendale”, ovvero su un piano d’impresa che “faccia vedere” a chi deve erogare un credito, come si andrà a sviluppare quella determinata attività futura e dargli certezza del rientro del finanziamento concesso. Attenzione: a mio personale avviso, bisogna non fidarsi troppo di BP già pronti e preconfezionati. Un buon BP deve essere come una camicia artigianale, “deve calzare molto bene” sulla persona che deve poi operare. E’ un progetto aziendale fatto su misura. Il BP deve essere anche “orientato” verso lo strumento finanziario prescelto. Ogni banca, finanziaria o bando vuole che si mettano in evidenza un aspetto od un altro; quindi bisogna avere necessariamente una visione d’insieme: il mio sogno imprenditoriale con le mie qualifiche professionali (il Saper fare), le risorse finanziarie che mi servono (bilancio di previsione) e dove andarle a chiedere.

Il BP è come un biglietto da visita con cui ci si presenta. Bisogna cercare di trasmettere la propria idea imprenditoriale al meglio. Deve essere chiaro e lineare. Completo di allegati e tabelle finanziarie leggibili. Meglio se accompagnate da un bilancio di previsione pluriennale certificato da un Commercialista. Inoltre fare un buon Business plan serve anche per valutare realmente (e prenderne coscienza) tutte le cose che bisogna fare ed è un ottimo primo indicatore finanziario, una volta avviata l’attività.

In grandi linee possiamo suddividere il BP in più sezioni.

Vi è una prima parte introduttiva dove è bene spiegare da dove nasce l’idea imprenditoriale ed il perché. Chi è l’imprenditore e chi sono i soci. Una seconda parte evidenzia i criteri di redazione del BP ed i suoi principi generali. Si passa poi alla terza parte dove si comincia ad entrare nel dettaglio dell’attività/azienda da “aprire”. In questa fase bisogna cominciare ad entrare nei dettagli: tipologia societaria, locali e rispettive autorizzazioni, professionalità coinvolte, eventuali partner, chi sono i consulenti, tipologia e struttura organizzativa…solo per evidenziare alcuni aspetti salienti.

Nella quarta parte bisogna svolgere una analisi commerciale dell’attività e del prodotto/servizio da erogare, una analisi della concorrenza, situazioni ambientali, il piano marketing, analisi della richiesta e dell’offerta, strategia di vendita, ricerca di mercato. La quinta parte è molto delicata. Bisogna analizzare gli aspetti finanziari della conduzione aziendale, verificare costi e ricavi, analizzare analiticamente i costi della produzione o del servizio che si intende offrire, il tutto con una proiezione a tre anni. Qualcuno lo vuole anche a cinque.

Previsioni di vendita, proiezioni flussi di cassa, conto economico, stato patrimoniale, analisi del pareggio di bilancio, esigenza finanziaria sono i caposaldi di questa quinta parte del nostro documento di pianificazione d’impresa. Oltre all’analisi e al fornire tabelle chiare e ben leggibili, consiglio di affiancare anche una relazione ufficiale di un commercialista e di inserirla nel BP. Qui poi bisognerà fare una piccola “Analisi SWOT”

Nella fase di analisi finanziaria è bene individuare anche le possibili criticità e, nei limiti del possibile, valutare le possibili soluzioni di intervento. Bisogna cercare di pensare a tutto, perché pur pensando a tutto, poi ci chiederanno sicuramente approfondimenti e ulteriori chiarimenti. In realtà, sviscerando il proprio BP, si andrà a costruire, passo dopo passo, tutta la nostra nuova attività, approfondendo tutto ciò che ci serve ed evidenziando tutti gli aspetti, dal piano della sicurezza all’apertura della partita IVA e all’iscrizione alla CCIAA, passando alla eventuale scia per i locali e la selezione dei fornitori. Il “sogno” o l’ idea imprenditoriale, comincia a farsi realtà.

La sesta ed ultima parte è strategicamente essenziale: parliamo degli allegati. Il BP è un disegno, un sogno che noi andiamo a monetizzare ed organizzare su basi reali. Ora dobbiamo allegare tutte le “pezze di appoggio” essenziali, quali i preventivi di quello che dobbiamo acquistare (meglio se timbrati e firmati dal rivenditore), la planimetria del locale e il documento di proposta d’affitto o di acquisto, i documenti personali del titolare e soci, se la partita IVA è già aperta la visura camerale, i preventivi dei consulenti come le autorizzazioni ad esercitare quella determinata attività…..

Come potete percepire il BP è un documento articolato e non ci si può permettere di sbagliare o di farlo in maniera superficiale. Ecco perché è bene farsi accompagnare da un consulente, che ci prenda “per mano” e ci porti dal “mettere a terra” la nostra idea imprenditoriale ad aprire la nostra attività/impresa, ovviamente dopo aver fattoci prendere i dovuti finanziamenti. Al termine del nostro lavoro, in chiusura, è bene fare e riportare una valutazione complessiva del nostro progetto imprenditoriale. Il progetto potrebbe essere accompagnato da una documentazione tabellare e/o fotografica.

Questo, in grandi linee, è uno dei compiti che portiamo avanti. E’ una vera azione di “tutoraggio” concreto, reale ed operativo, cercando di coniugare il desiderio del nostro neo-imprenditore con l’accesso al credito, per poi metterlo nelle condizioni corrette per operare. Per concludere un’esortazione a fare imprese e attività commerciali solide e ben fatte. Henry Ford, imprenditore americano co-fondatore della Ford, in una delle sue frasi celebri disse: “qualità significa fare le cose bene quando nessuno ti sta guardando”. Questo è il concetto che dovrebbe ispirare tutti coloro che vogliono “fare impresa”.

Ivan Simeone / direzione@claai-assimprese.it / 339.4594498 – 331.8659785

lunedì 17 luglio 2023

Meeting di Rimini 2023

ECONOMIA

Il “meeting di Rimini” 2023: un incontro di Vita

oltre a politica ed economia!

di Ivan Simeone

Direttore CLAAI Assimprese Lazio Sud

direzione@claai-assimprese.it


Il prossimo agosto, a Rimini, come ogni anno, si rinnova l’appuntamento del Meeting Interazionale dell’Amicizia dei Popoli, meglio conosciuto come “meeting di Rimini”.

Per molti di noi è un punto di riferimento ormai fisso e indelebile. Momento di confronto e di analisi, di riflessione e di “partecipazione” ad una amicizia operativa e valoriale.

Anche quest’anno –forse anche più delle scorse edizioni- il meeting vedrà la partecipazione di tutti i massimi esponenti istituzionali e culturali; presenze nazionali ed internazionali.

“L’esistenza umana è una amicizia inesauribile” è il tema della 44a edizione del meeting, partendo da una frase di Don Luigi Giussani ne “Il senso religioso”, uno degli scritti fondamentali di questo semplice (ma Immenso) prete, oggi in odore di santità, che è riuscito a dare vita a tutta una esperienza di Gioventù Studentesca prima e di Comunione e Liberazione poi. Da questa esperienza generativa sono nate esperienze di cooperative, presenze educative e testimonianze organizzate nel mondo della scuola come nell’università e nel mondo dell’impresa. Una testimonianza di fede e di opere in tutto il mondo ed in tutti i campi sociali ed economici.

La manifestazione si terrà dal 20 al 25 agosto e già è prevista la chiusura con la partecipazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

L’ Amicizia è il filo rosso che unisce tutti i dibattiti di questo meeting che ormai è l’unica manifestazione che riesca a dare un senso di orientamento alla stagione politica del Paese e non solo.

“Vogliamo mettere al centro dell’attenzione l’amicizia, i rapporti buoni e creativi, le relazioni positive e costruttive –ha evidenziato il Presidente della Fondazione del Meeting Bernhard Scholz - …siamo convinti che questa attenzione sia urgente in un mondo segnato da individualismo e solitudine esistenziale e con una situazione geopolitica caratterizzata da vecchi e nuovi conflitti, da guerre atroci anche al centro del nostro continente”.

Quest’anno il meeting vedrà la partecipazione di oltre 3000 volontari, il 58% con meno di 30 anni, il vero cuore della manifestazione. Vedere questi ragazzi impegnarsi gratuitamente e dedicare alcuni giorni delle loro vacanze per un impegno così pesante, è una cosa che certamente gli fa onore. Fa piacevolmente riflettere vederli pregare prima di aprire gli stand, dando un senso alto a quello che fanno. Moltissime le aziende sponsor e partecipanti, direttamente ed indirettamente, agli eventi. À

Oltre 140 aziende partner tra le maggiori del Paese. Un susseguirsi di convegni e di mostre.

Si parlerà principalmente di lavoro, di comunità energetiche, di competenze e partecipazione, si discuterà di economia innovativa come di intelligenza artificiale. Si cercherà di ragionare sul senso di un cambiamento oggi in atto nell’ambito economico e lavorativo. Ci si confronterà sul mondo della Sanità. Non mancheranno momenti di riflessione sull’insegnamento, sempre vivo di Don Giussani come momenti su Charles Pèguy, nel 150° del suo anniversario, e Don Lorenzo Milani, testimonianza su Don Pino Puglisi e riflessione su Giovanni Testori….ma al di là dei dibattiti, presentazioni di libri e mostre (vedi https://www.meetingrimini.org/) la cosa che più caratterizza il meeting è l’aria che vi si respira, l’amicizia “operativa” che avvolge tutti i partecipanti avendo una visione comune di un evento che è essenzialmente un incontro di vita.

Il meeting è una esperienza da fare! E’ difficile da raccontare. Non è una mostra o una fiera. E’ ben altro.

L’esperienza del meeting, anche per chi fa sindacato, per chi fa impresa, riesce a dare una visione di prospettiva ben più ampia rispetto al quotidiano.

Una visione operativa che riesce a segnare un percorso di impegno sociale e culturale, prima ancora che politico ed economico.

 

 

 

 

martedì 2 maggio 2023

Imprese: Luci ed ombre nel primo trimestre 2023.

Economia

Imprese: Luci ed ombre nel primo trimestre 2023.

Professionalità, programmazione e Vision amministrativa l’auspicio…

 


di Ivan Simeone

Direttore CLAAI Assimprese Lazio Sud

direzione@claai-assimprese.it

 

Cominciano ad emergere i primi dati statistici del 2023, che vanno a fotografare lo stato della nostra economia e delle nostre imprese locali e ribadiscono, con i numeri e le percentuali, il sentore di una economia locale che stagna e che non riesce ancora a decollare come dovrebbe.

Quando parliamo di percentuali e di numeri, bisogna sempre tener presente che parliamo di imprese, attività economiche, commerciali e aziende artigiane che sono composte da imprenditori e lavoratori, da aziende familiari che sono radicate nel nostro territorio e il ooro l’andamento si ripercuote direttamente sull’economia reale delle nostre Comunità locali, del nostro potere di acquisto finale.

Il quadro, al di là delle percentuali, è complesso.

Dinanzi ad eccellenze produttive del nostro territorio pontino, vere aziende di eccellenza che spesso sono anche sconosciute ai più, registriamo una stagnazione del tessuto imprenditoriale locale; stagnazione che conferma l’andamento nazionale da cui non si discosta poi molto.

Speriamo la nuova amministrazione possa concorrere, per quanto di propria competenza, ad una concreta ripresa.

Le ombre che scaturiscono dai numeri, elaborati egregiamente dal nostro sistema camerale con “Osserfare”, si scontrano con le tendenze del PIL nazionale che stima per il primo trimestre dell’anno un positivo aumento dello 0,5% su base mensile rispetto al trimestre precedente e sia cresciuto dell’1,8% in termini tendenziali. La variazione acquisita per il 2023 è pari a +0,8%, come evidenziato da Infoimpresa ed Istat, il che fa ben sperare.

Ma se le stime per la produzione industriale sono positive per il 2023, le micro attività continuano ad essere in affanno.

Dai dati di Osserfare per il nostro territorio, si evidenzia una criticità per il settore del commercio e dell’agricoltura, con un rallentamento del comparto edile; commercio penalizzato non poco dalle vendite dirette a domicilio che, di contro, stanno registrando aumenti di fatturato e di assunzioni. Non dimentichiamoci che commercio ed edilizia sono due volani importanti dello sviluppo economico di una città, come il settore agricolo per il nostro territorio pontino.

Non ci stancheremo mai nel dire che bisogna lavorare su una programmazione di sviluppo economico anche locale. Auspichiamo che dagli slogan e dai programmi elettorali, si passi a concreti interventi amministrativi per il nostro territorio. Professionalità, programmazione e un vision amministrativa d’ampio respiro potranno essere i tre pilastri essenziali per un rilancio della nostra economia locale e di prossimità.

Articolo pubblicato sul quotidiano On Line "LatinaCorriere.it"

 

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