giovedì 30 aprile 2020

Il Lavoro e San Giuseppe nel nostro tempo...


San Giuseppe Artigiano: apostolo del lavoro

di Ivan Simeone
Direttore CLAAI Assimprese Lazio Sud


1 maggio 2020: oggi è la festa del lavoro…ma di quale “lavoro”?
Certamente un momento particolare per tutta la nostra società, le nostre imprese, i nostri artigiani. Oggi deve anche essere un giorno di speranza e di voglia di ripartire, più forti di prima. Il nostro lavoro, qualunque esso sia, ha un senso più alto; una visione “più alta” e mai come in questi momenti vi deve essere l’unità di intenti di tutti. Non possono e non devono esistere divisioni. Il mondo del lavoro, del “saper fare”, della produzione è unito! Un unicum.
Oggi si festeggia non a caso San Giuseppe artigiano. Ma chi è San Giuseppe ? Cosa rappresenta? Quale insegnamento?
Tutti lo immaginiamo avvinghiato su un bastone e poi, dopo una fugace comparsa, sparisce, si volatilizza nei Vangeli….ma è così ?
Ivan Simeone
Se andiamo un tantino in profondità ci accorgiamo che San Giuseppe è una figura essenziale, il tipo di padre che, con discrezione vigila e ti risolve i problemi del quotidiano, colui che –nella normalità della giornata- ti insegna a lavorare e ad affrontare la vita di tutti i giorni, senza clamore ma con dedizione e costanza.
Se pensiamo che la vita pubblica di Gesù è durata circa dai trenta ai trentatré anni, il resto della Sua vita come è stata vissuta?
Sicuramente come un normalissimo figlio che cercava di stare appresso al proprio padre. Non dimentichiamoci che Giuseppe era definito un “artigiano” ovvero, per l’epoca, una persona di ingegno che faceva diversi lavori di costruzione manuale…quindi certamente non poteva essere un anziano “abbarbicato” al suo bastone, ma un uomo certamente maturo ma pieno di se per lavorare e portare avanti anche economicamente la propria famiglia.
Ci aiuta nella riflessione il saggio di Federico Suàrez, “Gesù sposo di Maria”, per le edizioni ARES che ho “ripescato” nella mia libreria. Consiglio a tutti di dargli una letta.
San Giuseppe potrebbe essere un esempio da seguire per tutti i Papà, discreti ma poi essenziali; San Giuseppe esempio per tutti coloro che si rimboccano le maniche per immergerle nel lavoro di tutti i giorni, qualsiasi esso sia…
San Josemarìa Escrivà, in una delle sue più importanti omelie, “Nella bottega di Giuseppe” (in E’ Gesù che passa” – Ed. ARES) focalizza proprio la figura di San Giuseppe ed al senso ultimo del lavoro quotidiano, del lavoro giornaliero… San Giuseppe –ci rammenta San Josemaria- non era l’uomo delle soluzioni facili e miracolistiche; era uomo perseverante, tenace e –all’occorrenza- ingegnoso”….un uomo che lavorava per la sua famiglia “con un lavoro ben fatto…..La sua attività professionale era orientata al servizio degli altri, a rendere più gradevole la vita delle famiglie del villaggio; ed era certamente accompagnata da un sorriso, da una parola opportuna…..”
Ed allora perché non cominciare a raffigurarlo giovane ed operoso?
Buon primo maggio a tutti.

lunedì 6 aprile 2020

Artigianato e Imprese familiari: si intervenga subito !


EMERGENZA  ARTIGIANATO  !

Ivan Simeone (“CLAAI Assimprese”): Immettere liquidità
e varare subito un piano per le piccole attività familiari
ed artigiane del territorio

Se prima la situazione delle imprese artigiane non era delle più felici, ha dichiarato Ivan Simeone, direttore e legale rappresentante della “CLAAI Assimprese Lazio Sud”, Associazione di categoria dell’artigianato e delle piccole e medie imprese, oggi con la crisi in atto, siamo in profonda emergenza.
Nella provincia di Latina il 18,4% del totale delle imprese sono dell’artigianato e se nel 2019 le statistiche ci davano una timida speranza di ripresa, oggi, continua Ivan Simeone, il rischio per le micro imprese locali ed a conduzione familiare è molto alto.
Secondo i dati dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre pubblicati in questi giorni, il fatturato delle imprese artigiane a livello nazionale rischia di essere compromesso. Secondo l’analisi la stima delle perdite di fatturato causato dalla chiusura da COVID-19 ammonterebbe almeno a 7 miliardi di euro.
Maggiormente penalizzati i servizi alla persona (acconciatori, benessere, estetiste…), settore edile, manifattura.
Dopo questo “tsunami” sociale ed economico, evidenzia Ivan Simeone della “CLAAI Assimprese”, molte micro attività artigianali rischiano di non aprire più o, quantomeno, di essere sommerse da nuove procedure digitali cui non erano ancora pronte. Aggiungiamoci poi il problema degli affitti e della pressione fiscale in momenti di chiusura forzata e di mancanza di liquidità, e siamo in piena emergenza.
Solo nella Regione Lazio (analisi CGIA Mestre) si conta una perdita di fatturato mensile pari a circa 462 mln di euro, pari a un -3,8% rispetto al totale annuo. Dal DPCM dello scorso 12 marzo sono rimaste chiuse il 57,5% .
Un mondo, quello dell’artigianato, che ha distinto (e che tuttora distingue) il nostro Made in Italy che vede un trend nazionale negativo: negli ultimi dieci anni (2009-2019) hanno chiuso ben 178 mila attività. Nel Lazio vie è un saldo (2009-2019) di -6,7% pari a 6.800 imprese artigiane in meno.
I dati della CGIA di Mestre ci mettono in allarme e bisogna attivare, da subito, delle iniziative reali e concrete a sostegno del settore nella nostra provincia. La Regione Lazio, evidenzia Ivan simeone, ha dato una prima risposta concreta e reale con l’intervento di Fare Lazio e la moratoria regionale, ma la strada è lunga ed il problema non è quello di “offrire prestiti” ma trovare il modo di “immettere liquidità” per la riapertura delle tante micro attività familiari e partite IVA oggi le più penalizzate.
Se la situazione non migliorerà entro la fine del prossimo mese di maggio, si legge nello studio della CGIA di Mestre, è verosimile che entro quest’anno il numero complessivo nazionale delle aziende artigiane scenderà di almeno 300 mila unità, con una consistente perdita di fatturato, senza poi considerare l’indotto ed i posti di lavoro (famiglie) che andranno persi. La crisi del settore e la caduta verticale dei consumi delle famiglie sono letali.
Un cambiamento radicale sicuramente vi sarà. Nuove attività si imporranno sul mercato come tutte quelle attività artigiane legate al web e digitalizzate. Molti antichi mestieri sono a rischio di scomparsa e, conclude il Direttore della “CLAAI Assimprese” Ivan Simeone, bisogna necessariamente, con urgenza, aprire un confronto propositivo, reale e serio con le tutte le Istituzioni locali.

CLAAI Assimprese Lazio Sud

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