sabato 28 dicembre 2019

Rileggendo HAVEL : la politica della Responsabilità....


E’ possibile una “Nuova Politica”?

Una “politica della Responsabilità”

Rileggendo Vàclav Havel




Ivan Simeone
Direttore CLAAI Assimprese

E’ possibile una “nuova politica”? Un nuovo modo di rappresentare l’interesse comune? Periodicamente siamo sommersi dai fenomeni di turno: dalle “Patere” del movimento studentesco anni 90, ai “Popolari per la Riforma” del 92 con Mario Segni che aprì la strada alla così detta “seconda Repubblica”, per arrivare ai giorni nostri con l’episodio delle “Sardine” (spontaneo ?) passando per i “girotondini” (chi se li ricorda ?) con Nanni Moretti e tanti uomini e donne espressione di un comune malessere verso la politica “politichese”….ma poi ? Il nulla ! Siamo alle solite, con la comparsa di partiti e partitini unipersonali che durano il tempo di una mezza legislatura, per poi dissolversi. Cosa realmente manca ? Può bastare un senso di protesta generica e “contro” qualcuno o contro il qualcosa di turno come sta capitando oggi ?

In questi giorni ho avuto modo di rileggere “Il Potere dei Senza Potere” di Havel, intellettuale, drammaturgo e politico Cecoslovacco, ed in particolare “Interrogatorio a distanza” (Edizioni ITACA) che mi è stato regalato da un amico, portato direttamente dall’ultimo meeting di Rimini. Un’esperienza, quella di Vàclav Havel, che è riuscita a cambiare radicalmente la sua terra, partendo da una azione politica e culturale nella Verità e con una rivoluzione che, prima d’essere istituzionale, è stata “personale”.

Forse è proprio questo che manca oggi: una politica che nasca da un esempio ed una testimonianza “personale”.

Uno slogan di qualche anno fa, nell’università era: “La Politica per le intenzioni della Vita contro le intenzioni del Potere”. Probabilmente dobbiamo ripartire da qui; dalle intenzioni della Vita.

Havel, ci rammenta Maurizio Lupi, ha messo insieme persone diverse per costruire, insieme, una società più giusta.

Oggi non abbiamo più una politica di proposta ma solamente una politica contro, una politica che non “mette insieme” ma che parcellizza ogni esperienza. Può bastare? Certamente no.

Riprendendo un concetto di Havel, probabilmente “non si tratta più del problema di una linea politica o di un programma, si tratta del problema della vita”, che per noi si traduce nel pensionato che non arriva alla fine del mese, nelle tante attività commerciali e artigiane che sono costrette a chiudere, dalla mancanza di legittimazione nel soggetto Famiglia inteso come soggetto politico e sussidiario…..”Dobbiamo prima di tutto aiutare noi stessi”….una azione politica che deve dare risposte all’io, al quotidiano in un’ottica di crescita e di prospettiva generale, partendo dagli Enti locali, dal basso.

Ma cosa è oggi in gioco ?

E’ questa la domanda che si pone Havel e che noi dobbiamo riproporre al nostro tempo e nelle nostre realtà quotidiane. Per Bisogna cambiare innanzitutto la coscienza dell’uomo, bisogna ritornare in se. La nascita di un nuovo modo di essere soggetto politico, nasce innanzitutto dall’espressione “di una vita che cambia”. Bisogna ridare vigore al senso di responsabilità, una “politica della responsabilità” e il senso di responsabilità non può essere predicato ma semplicemente testimoniato…”.

Il discorso ci porterebbe certamente lontano. Oggi abbiamo necessità di una nuova politica che sia realizzata dai corpi intermedi reali, dalle associazioni, dalle organizzazioni imprenditoriali e del lavoro, dalle associazioni familiari, per concludere, da una politica “che non sia solamente la pura tecnologia del potere, ma un vero servizio ai cittadini, un servizio per quanto possibile disinteressato, fondato su termini ideali che rispetti un ordine morale sopra di noi…” è difficile?

Dobbiamo ripartire dall’ Uomo !

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