E’ possibile una “Nuova Politica”?
Una “politica della Responsabilità”
Rileggendo Vàclav Havel
Ivan Simeone
Direttore CLAAI Assimprese
E’ possibile una “nuova
politica”? Un nuovo modo di rappresentare l’interesse comune? Periodicamente
siamo sommersi dai fenomeni di turno: dalle “Patere” del movimento studentesco
anni 90, ai “Popolari per la Riforma” del 92 con Mario Segni che aprì la strada
alla così detta “seconda Repubblica”, per arrivare ai giorni nostri con l’episodio
delle “Sardine” (spontaneo ?) passando per i “girotondini” (chi se li ricorda
?) con Nanni Moretti e tanti uomini e donne espressione di un comune malessere
verso la politica “politichese”….ma poi ? Il nulla ! Siamo alle solite, con la
comparsa di partiti e partitini unipersonali che durano il tempo di una mezza
legislatura, per poi dissolversi. Cosa realmente manca ? Può bastare un senso di protesta generica e “contro” qualcuno o contro
il qualcosa di turno come sta capitando oggi ?
In questi giorni ho
avuto modo di rileggere “Il Potere dei
Senza Potere” di Havel, intellettuale, drammaturgo e politico Cecoslovacco,
ed in particolare “Interrogatorio a
distanza” (Edizioni ITACA) che mi è stato regalato da un amico, portato
direttamente dall’ultimo meeting di Rimini. Un’esperienza, quella di Vàclav Havel, che è riuscita a cambiare
radicalmente la sua terra, partendo da una azione politica e culturale nella
Verità e con una rivoluzione che, prima d’essere istituzionale, è stata “personale”.
Forse è proprio questo che manca oggi: una politica
che nasca da un esempio ed una testimonianza “personale”.
Uno slogan di
qualche anno fa, nell’università era: “La
Politica per le intenzioni della Vita contro le intenzioni del Potere”.
Probabilmente dobbiamo ripartire da qui; dalle intenzioni della Vita.
Havel, ci rammenta Maurizio
Lupi, ha messo insieme persone diverse per costruire, insieme, una società più
giusta.
Oggi non abbiamo più
una politica di proposta ma solamente una politica contro, una politica che non
“mette insieme” ma che parcellizza ogni esperienza. Può bastare? Certamente no.
Riprendendo un concetto di Havel, probabilmente “non si tratta più del problema di una linea
politica o di un programma, si tratta del problema della vita”, che per noi
si traduce nel pensionato che non arriva alla fine del mese, nelle tante
attività commerciali e artigiane che sono costrette a chiudere, dalla mancanza
di legittimazione nel soggetto Famiglia inteso come soggetto politico e
sussidiario…..”Dobbiamo prima di tutto aiutare noi stessi”….una azione politica
che deve dare risposte all’io, al quotidiano in un’ottica di crescita e di
prospettiva generale, partendo dagli
Enti locali, dal basso.
Ma cosa è oggi in gioco ?
E’ questa la domanda
che si pone Havel e che noi dobbiamo riproporre al nostro tempo e nelle nostre
realtà quotidiane. Per Bisogna cambiare innanzitutto la coscienza dell’uomo,
bisogna ritornare in se. La nascita di un nuovo modo di essere soggetto
politico, nasce innanzitutto dall’espressione “di una vita che cambia”. Bisogna ridare vigore al senso di
responsabilità, una “politica della responsabilità” e il senso di responsabilità
non può essere predicato ma semplicemente testimoniato…”.
Il discorso ci
porterebbe certamente lontano. Oggi abbiamo necessità di una nuova politica che
sia realizzata dai corpi intermedi reali, dalle associazioni, dalle
organizzazioni imprenditoriali e del lavoro, dalle associazioni familiari, per
concludere, da una politica “che non sia solamente
la pura tecnologia del potere, ma un vero servizio ai cittadini, un servizio
per quanto possibile disinteressato, fondato su termini ideali che rispetti un
ordine morale sopra di noi…” è difficile?
Dobbiamo ripartire
dall’ Uomo !