Il Rotary e la Chiesa
Cattolica
L’impegno
di Omero Ranelletti ha segnato un periodo storico.
Articolo pubblicato sul numero di Giugno 2018 de "La Ruota",
il magazine del "Rotary Club Latina".
di Ivan Simeone*
Parlare di Rotary e del suo rapporto con la
Chiesa rischia di scadere nei soliti luoghi comuni. In queste righe non è mia
intenzione andare ad affrontare tematiche di carattere filosofico su ciò che
ispira quella che si potrebbe definire “filosofia rotaryana”; se mai ce ne
fosse una sarà certamente argomento di un prossimo intervento.
Per comprendere cosa sia realmente il Rotary
bisogna viverlo non solo nell’ambito del proprio Club ma –soprattutto- in
ambito distrettuale, confrontandosi con altri Club, partecipare ai seminari,
rimboccarsi le maniche nelle azioni di servizio e comprendere che si è in una
grande famiglia.
Il
Rotary si rivolge a leader, a uomini e donne che sono impegnati personalmente
nella propria comunità, nella professione, nella società che li circonda
“mettendoci la faccia” in prima persona.
Persone che vogliono, tramite il loro
personale impegno, cercare di cambiare in positivo il quotidiano. Questo
comporta che nel Rotary vi sono tanti uomini e donne impegnate e con le più
diverse esperienze, modi di pensare…il
Rotary rappresenta uno spaccato della nostra società e vi sono rotariani
cattolici praticanti, atei, laici, persone di diverse fedi e orientamenti
filosofici, ma con un unico denominatore comune, ed è proprio questa diversità
che lo arricchisce e lo rende unico.
Il Rotary non è una associazione benefica, vi
è chi è certamente più bravo ed efficace come la Caritas o il Banco alimentare,
con cui collaboriamo, ma è una Istituzione, una Organizzazione internazionale
che cerca di formare leader, una comunità di professionisti che cerca di
mettersi a disposizione per iniziative e progetti internazionali e locali
finalizzati a migliorare questa nostra realtà. Una grande rete solidale e
professionale.
Gli
ultimi Pontefici, da Papa Paolo VI a Papa Bergoglio passando per San Giovanni
Paolo II, hanno aperto un dialogo profondo con il mondo rotariano.
Non
possiamo dimenticare le parole di Papa
Paolo VI, quando nell’ udienza ai rotariani del lontano marzo 1965, disse: “La vostra attività contribuisce alla
formazione e alla coesione delle classi dirigenti della società; e mentre
distingue e qualifica ad un livello superiore al comune i Soci del Rotary, non
li separa, non li oppone alle altre classi sociali, sì bene li stimola ad
assumere con più avveduta coscienza le funzioni loro proprie e li esorta a
mettersi con più generosa dedizione a servizio del bene comune….”.
Parole
certamente profetiche che richiamano il discorso di San Giovanni Paolo II, quando nel giugno del 1979, nell’ambito dell’udienza dedicata al Rotary
International, disse: “La vostra
presenza qui oggi indica una grande forza di bene. Voi venite da nazioni e
ambienti diversissimi, e portate con voi una vasta esperienza in campo
economico, industriale, professionale, culturale e scientifico. Nella
solidarietà della vostra associazione trovate mutuo aiuto, reciproco
incoraggiamento e compartecipazione d’impegno per lavorare al bene comune. A chi
vi osserva con profondo interesse e acuta attenzione, appare di fatto che voi
offrite, con sincerità e generosità, i vostri talenti, le vostre risorse e le
vostre energie per il servizio dell’uomo. E nella misura in cui perseguite
questo nobile ideale di raggiungere le persone dovunque esse si trovino, sono
certo che continuerete ad averne soddisfazione e pienezza umana. Infatti, nello
stesso atto di dare, assistere, aiutare gli altri ad aiutare se stessi, voi
troverete un arricchimento per la vostra vita. Dimostrando un coinvolgimento
sempre più grande nella causa dell’uomo, apprezzerete ancora di più
l’insuperabile dignità e grandezza dell’uomo, come pure la sua reale fragilità
e vulnerabilità. Nei vostri sforzi e tentativi per il bene dell’uomo, potete
essere sicuri della comprensione e della stima della Chiesa cattolica….”
Nel marzo del 2015, la Fondazione Omero Ranelletti, sotto la presidenza del PDG Pier Giorgio Poddighe, ha dato alle
stampe un interessante ed importante pubblicazione dal titolo “Il Rotary e la Chiesa Cattolica”, che
riproduce uno scritto di Ranelletti sul percorso di avvicinamento e di dialogo
fecondo tra il Rotary International e la Chiesa. Uno scritto prezioso per
comprendere i problemi e le motivazioni di un confronto franco e propositivo.
Pubblicazione di cui consiglio vivamente la lettura per conoscere le fasi di un
lavoro fatto da un grande rotariano per il Rotary e per la Società tutta.
I tempi
cambiano, la società necessita di sempre nuove risposte, l’impegno di tanti
uomini e donne rotariane muta come mutano i periodi e gli impegni si moltiplicano
affrontando sempre nuove problematiche e sfide. L’importante e che tutto si
faccia nell’Amicizia, nel Servizio alla Persona, nell’etica e, soprattutto,
nella Verità, tenendo sempre presente il discernimento tra ciò che è bene e ciò
che non lo è.
*Ivan Simeone,
Past President del “Rotary Club Latina”