Verso un
nuovo “Movimento Popolare” ?
Il
saggio di Allevato e Cerocchi “La Mela e la P 38”
di Ivan
Simeone
Papa Francesco, all’Azione Cattolica,
ha sollecitato ad un impegno nel politico, una politica con la P
maiuscola, la “grande politica”.
Più
volte, Papa Bergoglio, nei suoi discorsi e nei documenti esorta ad un impegno
dei cattolici nella “cosa pubblica”: “non rimanere alla finestra”, “mettere le
mani in pasta”.. una grande esortazione di impegno sociale.
Oggi la presenza reale dei cattolici
nell’agone politico è tristemente irrisoria. Tutti i problemi legati alla sfera
della bioetica e all’istituzione familiare si sciolgono nel vortice del “politicamente
corretto”. Per non parlare dei problemi legati al mondo del lavoro e della sussidiarietà....
Diciamolo
chiaramente: i politici autodefinitisi cattolici o portatori di tali valori
hanno fallito ! Famiglia, educazione e scuola, Vita nascente, Eutanasia, Corpi
sociali, sussidiarietà....zero assoluto; tutto sepolto sotto un magma di parole
e convegni finalizzati solo a se stessi.
Per poi non parlare della “Questione
Europa”….una totale sconfitta culturale, sociale ed etica.
Con la fine della Democrazia Cristiana,
l’epoca dei “Popolari per la Riforma” di Segni e Alberto Michelini, si pensò ad
un “impegno diffuso” dei cattolici nei vari raggruppamenti politici ma, alle
spalle, vi era una forte indicazione del Magistero di San Giovanni Paolo II,
con le Sue Encicliche sociali. Oggi è tutto diverso.
Lo
scenario non è certamente dei più entusiasmanti.
I Corpi
Sociali, nel concreto, stanno vivendo enormi difficoltà, vedi il problema dei
Patronati e dei CAAF; l’attuale riforma delle Camere di Commercio che penalizza
solamente la promozione e lo sviluppo economico del territorio, lasciando
intatta la forza della burocrazia interna; il caos creato sulle Amministrazioni
Provinciali che oggi vivono di una propria rappresentanza autarchica e priva di
avvallo democratico diretto…solo alcuni esempi.
Molti cattolici sono presenti
nelle file di questo o quel partito, anche negli Enti comunali, ma di fatto non
riescono a testimoniare concretamente il loro vissuto e si fanno travolgere dal
“politicamente corretto”.
Ecco che si propone il dilemma: cosa fare ?
Perché molti movimenti ecclesiali, un tempo testimoni nel politico, oggi si sono di fatto assopiti rinchiudendosi in se stessi ? Oggi la presenza nelle scuole e nelle Università è limitata o nulla. Perché non ci si sveglia ?
Perché molti movimenti ecclesiali, un tempo testimoni nel politico, oggi si sono di fatto assopiti rinchiudendosi in se stessi ? Oggi la presenza nelle scuole e nelle Università è limitata o nulla. Perché non ci si sveglia ?
Abbiamo necessità di nuovi politici
autenticamente cristiani, sentiamo la necessità di riprendere nuovi percorsi
partendo proprio dall'esperienza dei Cattolici
Popolari e del Movimento Popolare senza alcun collateralismo di maniera ma politica che si fa anche testimonianza e presenza attiva.
Nel saggio di Saverio Allevato e Pio
Cerocchi, “La P38 e la mela”,
edito da Itaca Libri, si ripercorrono suggestioni di un impegno di cui oggi si
rivede la necessità. Un impegno fatto di condivisione, testimonianza e
presenza. Un impegno che nasce principalmente da un’amicizia e da un Incontro.
Un impegno tra la gente e per la gente.
La
Politica deve tornare a dare una risposta precisa e concreta ai bisogni della
gente, una risposta all’Umano !
Una grande responsabilità è proprio in capo a
noi laici. Nel numero di Maggio 2017 del mensile “Il Timone”, Aldo Maria Valli ha firmato un interessante report – “L’ora dei laici”- su un seminario
svoltosi sul’esortazione apostolica “Amoris Laetitia”, evidenziando il
Catechismo della Chiesa Cattolica quando ci dice che proprio a noi laici “spetta illuminare e ordinare tutte le
realtà temporali, alle quali essi sono strettamente legati….” Il ruolo attivo dei laici, giusto per
precisare, è un concetto proprio del Concilio Vaticano II, ripreso autorevolmente
anche dall’insegnamento di San Josemaria Escrivà. In una bella Omelia
pronunciata nel Campus dell’Università di Navarra già nel 1967, “Amare il mondo appassionatamente”,
l’allora Mons. Escrivà evidenziava come bisogna servire il Signore “nei compiti
e attraverso i compiti civili, materiali, temporali della vita umana: in un
laboratorio, nella sala operatoria di un ospedale, in caserma, dalla cattedra
di un’università, in fabbrica…Dio ci aspetta ogni giorno…
Ecco
che la strada è di fatto tracciata, basta solo percorrerla.
Ho ripreso dalla libreria di famiglia un
raccolta di interviste e scritti di Don Luigi Giussani, “Un avvenimento di vita cioè una storia”, pubblicata dalla rivista settimanale
“Il Sabato” con una prefazione dell’allora
cardinale Ratzinger. In un passo Giussani ci dice che “Essere presenza questa è la nostra ultima categoria … Presenza vuol
dire un modo diverso di essere dentro una situazione …Essere presenza in una
situazione vuol dire esseerci in modo da perturbarla così che, se tu non ci
fossi, tutti se ne accorgerebbero … Essere presenza vuol dire essere dentro una
situazione rendendo Cristo avvenimento della nostra persona….”