Professioni &
Lavoro
Il
Rotary: etica professionale, servizio e amicizia.
Diamo
un “senso” al nostro lavoro !
Articolo pubblicato sul numero di Luglio 2017, su "La Ruota", magazine del Rotary Club Latina.
di Ivan Simeone*
blog:
ivansimeone.blogspot.com
Nei giorni scorsi, “girovagando” nel
variegato mondo del web, mi sono imbattuto in alcuni articoli e riflessioni
sull’etica rotariana e sull’importanza dell’azione professionale. Il mio
pensiero ha cominciato ha mettere insieme tanti pezzetti di idee, fino a
comporre un bel puzzle sul senso del nostro lavoro quotidiano.
Molto
spesso, forse troppo, rischiamo di non andare a fondo delle cose e, anche noi
rotariani, rischiamo di impantanarci in alcuni stereotipi di comportamento.
Etica: se sfogliamo il GDE UTET, troviamo
diverse pagine ma, sintetizzando, possiamo definire Etica la filosofia dell’azione volontaria in quanto soggetta alla legge
assoluta del dovere.
Scorrendo le pagine ci imbattiamo dal
pensiero di Socrate a nostri Rosmini, Gioberti, Croce e Gentile. Di Giovanni
Gentile ho ritrovato tra i miei scaffali un saggio letto un po’ d’anni fa: “Genesi e struttura della società”
(edito da Sansoni nel 1975) e alle prime pagine Gentile ci parla proprio di
Etica … “C’è una voce dentro all’anima
dell’uomo che non tace mai, e lo sprona a non ristare, ad andare avanti: dove ?
Verso se stesso: verso quello che egli deve essere”.
Jozef Tischner, filosofo polacco, nel saggio “Etica della solidarietà e del lavoro”,
che regalai al mio Consiglio Direttivo, ci rammenta che “ il lavoro è la forma fondamentale di comprensione fra uomo e uomo. Il
lavoro non può dividere gli uomini, ma deve unirli tra loro. Il lavoro che
divide non è che un’apparenza di lavoro. Il lavoro apparente è quel lavoro che
rimane in disaccordo con le esigenze della verità”…..e così avanti.
Il
Rotary, è bene ricordarcelo sempre, è innanzitutto amicizia e condivisione, anche
professionale e siamo chiamati a svolgere una attività etica nel nostro
quotidiano come negli affari.
Quando parliamo di “azione professionale”, dobbiamo porla in stretta sinergia con il
concetto di “servire”; il mettere a
disposizione le nostre professionalità ed i nostri ruoli per far crescere chi
sta intorno a noi, la nostra comunità, i nostri colleghi come il nostro staff,
partecipando a progetti internazionali ma anche soltanto guardando in modo
diverso e propositivo chi ci sta vicino. E’ un dovere per noi rotariani.
Tutto
ruota intorno alle prove delle quattro domande (che dovremmo riproporre più
spesso); ovvero ciò che penso, dico o faccio risponde a verità ? E’ giusto per
tutti gli interessati ? Promuoverà la buona volontà e migliori rapporti
d’amicizia ? Sarà vantaggioso per tutti gli interessati ?
L’integrità etica è un impegno ed un
obiettivo allo stesso momento; una strada da percorrere. La nostra “mitica” Signora Bianca, da molti conosciuta
nella nostra grande famiglia rotariana, mi ha regalato, tempo addietro, il
manifesto etico dei professionisti rotariani, oggi meglio conosciuto come “Codice deontologico del Rotary”. Un
vero quadro di comportamento etico cui tutti noi rotariani dovremmo attenerci;
purtroppo il condizionale è d’obbligo.
I rotariani, notoriamente, rappresentano uno spaccato della leadership
della comunità locale, e devono concretamente operare per migliorare se stessi
e la società.
E’
questo il compito del Rotary che lo distingue dalle altre realtà di service, ma
come?
Creando
una interazione professionale tra i rotariani, mettere a disposizione le
proprie competenze al servizio della collettività, agire professionalmente con
integrità, aiutare i giovani all’inserimento lavorativo, sostenere la crescita
professionale personale e di chi ci sta intorno.
Il senso del Club è lo stare insieme in una
amicizia. Luigi Giussani, uno dei
miei Maestri, nel saggio “L’io, il
potere, le opere”, edito da Marietti, evidenzia “come non si può nascere da soli e come non si può vivere da soli, così
non si può rispondere al proprio bisogno se non in una compagnia, se non con
l’aiuto di una compagnia. Da soli nessun
bisogno può essere affrontato con quella sistematicità che l’organicità della
nostra vita esige”. Ovviamente Giussani rivolgeva lo sguardo al senso dello
stare insieme in un “movimento”, ma il senso ultimo è il medesimo. E’ insito
nell’essere umano il riunirsi insieme. Il
Club è uno “stare insieme” per fare, mettere in sinergia le proprie
professionalità, il proprio essere uomini di affari con il bene comune. Ecco
che dobbiamo dare un senso al nostro lavoro, da rotariani.
Desidero concludere queste riflessioni, con
un passaggio di Charles Péguy, uno
dei miei autori di riferimento che, nel saggio “Il denaro”, evidenzia come “…non
si trattava di essere visti o di non essere visti. Era il lavoro in sé che
doveva essere ben fatto”.
*Ivan Simeone, Past President RC
Latina ed attuale Vice Presidente.
Direttore provinciale della
“Confartigianato Imprese Latina”.