Riportiamo la "riflessione" pubblicata sul quotidiano on line "latinaquotidiano.it"
WELFARE E CORPI INTERMEDI:
L'ISTERIA DELLA POLITICA.
Serve una nuova visione culturale.
di Ivan Simeone
direttore "Confartigianato Imprese Latina"
e "Forum 015"
Il dibattito “lanciato” dalle ACLI
provinciali sul welfare e sui corpi intermedi, è una bella e
sana provocazione culturale, prima che politica; una provocazione che raccolgo
con piacere dal Direttore Tavoletta, con cui condividiamo il tavolo del “Forum
015” della provincia di Latina, l’esperienza che raccoglie diverse
Organizzazioni economiche e del lavoro che “guardano” al Magistero sociale
della Chiesa.
Dico subito che l’atteggiamento del mondo
politico, in senso lato, verso i corpi intermedi è alquanto dettato da un
forte isterismo culturale.
La vera “battaglia”/confronto è proprio sul piano
squisitamente culturale prima che politico. Abbiamo necessità di una
nuova visione culturale che dia maggiori risposte all’Umano.
Diciamolo subito: da una parte la nomenklatura
politichese (se ancora ne esiste una) vuole un terzo settore
parcellizzato e “sbriciolato”… la classica sbriciolona mantovana…
affinchè da una parte le singole associazioni di volontariato e no profit
possano intervenire operativamente lì dove l’Istituzione locale, l’Ente locale
non riesce più a rispondere causa la grave crisi economica imperante.
Un Terzo Settore trasparente e controllabile che
possa dare una risposta alla collettività… dall’altra parte registriamo una
volontà di contenere al massimo le grandi realtà sociali e della
rappresentanza “dal basso”. Interessante è esaminare l’attegggiamento che la
politica ha verso le Organizzazioni datoriali e del lavoro: da una parte si
aggravano i Patronati ed i CAAF riempendoli di responsabilità in solido e di
incombenze burocratiche ed amministrative, andando ormai ben oltre alla normale
supportazione (e sopportazione!), dall’altra parte si sta contenendo sempre più
la contribuzione pubblica “spingendoli” su strade proprie della consulenza privata,
a discapito del cittadino.
Oggi tutto è in movimento e tutto sta cambiando
molto velocemente e, conseguentemente, o ci si adegua al nuovo che incombe
quotidianamente, o si rimane fermi con tutto quanto ne consegue.
Si parla di welfare innovativo,
di sharing economy, imprese sociali, crowdfunding, gig economy… tutti aspetti
che hanno un paio di denominatori comuni: la sussidiarietà orizzontale e il
concetto di “condivisione”.
Sono i due pilastri su cui si sta imperniando la
nuova politica sociale, sempre che il “politicamente corretto” dia il segnale
verde.
In tutto questo, al di là di ogni colore politico
(ormai alcuanto sbiadito), un ruolo importante lo hanno gli Enti locali, Comuni
in primis.
Qui mi ricollego alla bella e importante proposta
lanciata dalle ACLI e che ritengo più che condivisibile circa la promozione
dei Regolamenti per i Patti di collaborazione comunali. Attenzione,
però, a due pericoli: primo pericolo che i troppi “regolamenti” possano poi
ingessare l’operatività quotidiana, secondo pericolo è il dover valutare bene i
“soggetti sociali” che si affacciano e che siano scevri da condizionamenti
partitici o da personalismi politici… abbiamo ormai diversi esempi anche in
provincia di Latina… ecco che bisogna che si ragioni con quelle Organizzazioni
maggiormente rappresentative e portatrici di reali interessi diffusi nella
collettività.
Comunque ragioniamo in positivo. Oggi abbiamo una
riforma del Terzo Settore che potrebbe aprire nuovi importanti
scenari di intervento sociale sul territorio. Abbiamo un dibattito in corso su
una riforma di Patronati ed Enti sociali che guardano alla
nuova realtà di oggi che fa riposizionare tutti i Corpi Intermedi.
Viviamo una nuova visione della rappresentanza
che ci obbliga ad un cambiamento e i cambiamenti sono sempre delle
belle sfide… principalmente con noi stessi.