Di seguito riportiamo l'intervento di apertura di Ivan Simeone, al forum su "Economia di Comunione", tenutosi lo scorso 10 giugno, a Latina, presso la Diocesi.
Un saluto a SE il Vescovo, del quale l’ Ufficio diocesano per la pastorale del lavoro è Suo strumento. Come prima cosa tengo a precisare che il mio piccolo contributo all’iniziativa è sì come Direttore di una Associazione di categoria, la Confartigianato, ma soprattutto come persona che da ormai da diversi anni collabora con l’ufficio pastorale. Da anni, già all’epoca della Direzione di Don Mario Sbarigia, con tutti gli amici dell’ Ufficio, molti dei quali sono presenti oggi in sala, abbiamo cercato di dare un contributo alla sensibilizzazione della nostra comunità sugli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa. Oggi, con Don Massimo, il nostro impegno continua. Come e perché oggi, abbiamo deciso di aprire il confronto su una tematica importante come quella dell’economia di comunione ? L’ iniziativa di questo pomeriggio è l’inizio di un “percorso”. Oggi cercheremo di conoscere e comprendere l’esperienza dell’economia di comunione, aprire una riflessione; lanciarla come un sasso nello stagno nell’economia locale…… A Settembre proseguiremo con una visita a Loppiano per poi arrivare ad una tavola rotonda con tutti i soggetti Istituzionali, della comunità economica locale (organizzazioni sindacali, associazioni di categoria, Enti locali….), mettendo sempre a disposizione delle Foranie e delle comunità parrocchiali la nostra esperienza ed i risultati dei nostri lavori, affinchè possano essere eventualmente riportati e riproposti nelle comunità locali. Perché “Economia di Comunione” ? Oggi a livello nazionale stiamo vivendo un momento particolare che vede una profonda crisi economica che, di fatto, sta “silenziosamente” toccando un gran numero di imprese e, conseguentemente, creando situazioni critiche nelle famiglie dei lavoratori e dei piccoli titolari d’impresa. In sede locale, la crisi che stiamo vivendo, va ben oltre ai freddi numeri, colpendo direttamente la dignità della persona. Se andiamo a “leggere” gli i dati Osserfare, della CCIAA; ci rendiamo conto come la nostra economia provinciale, le nostre piccole imprese, riescono ancora a “tenere”, se pur tra mille difficoltà e non poche sono le attività che si vedono costrette a cessare. Segnali negativi arrivano dal comparto agricolo e, dallo scorso anno, anche dall’artigianato. In difficoltà il settore del commercio e dei servizi finanziari. Il grave problema riguarda le multinazionali e le aziende maggiormente strutturate. Secondo i dati dell’ ufficio credito di Confartigianato, molte sono ancora le piccole imprese che fanno richiesta di liquidità, anche se si ricominciano a vedere operazioni di investimento. Sempre difficile il rapporto con le banche, maggiormente con quelle nazionali; mentre è più facile il dialogo con gli Istituti di prossimità (le popolari ) e maggiore è il supporto che si richiede ai Confidi….ma anche qui le cose stanno cambiando e spazio vi è solo per i Confidi (106 e 107) più grandi e direttamente collegati con le Associazioni datoriali. A livello nazionale –secondo gli ultimi dati letti da BNL in un recente incontro a Latina- i Paesi che tirano l’economia sono la Cina e l’India, seguiti dal Brasile….tutto sta cambiando molto velocemente….e questo cambiamento è determinato principalmente per il costo del lavoro. Ecco che, dinanzi a questo scenario in completo movimento, una intuizione come l’ economia di comunione è certamente una “proposta” su cui ragionare e riflettere. Ovviamente dobbiamo cominciare a guardare all’economia e all’impresa con un’ottica differente; andare contro all’omologazione corrente. Un aiuto e punto di riferimento ci giunge dall’Enciclica di Benedetto XVI “Caritas in Veritate” che traccia la strada da percorrere; Enciclica che dovrebbe essere letta dai nostri operatori economici, imprenditori, manager…. (Esperienza in Confartigianato e Gruppo di lavoro….Vi è l’esigenza di un qualche cosa di “diverso”!) Parole come sussidiarietà, etica del lavoro, comunità, bene comune…..devono riuscire ad essere prassi operativa nel quotidiano e non rimanere relegate nei tanti –forse troppi- convegni che si susseguono. Nell’economia, anche in quella locale, provinciale, abbiamo necessità di sempre maggiore unità: tutti i soggetti economici devono cercare di fare sintesi, unità, concertare….dialogare concretamente insieme, per poi “muoversi insieme” ed operare per la comunità locale. I troppi particolarismi sono deleteri. Dobbiamo cominciare a “fare sintesi”, a cominciare da noi Associazioni di categoria e organizzazioni sindacali. Il nostro ruolo, come Ufficio per la pastorale del lavoro è anche questo.