domenica 19 giugno 2011

"Economia di Comunione"...a Latina.

Di seguito riportiamo l'intervento di apertura di Ivan Simeone, al forum su "Economia di Comunione", tenutosi lo scorso 10 giugno, a Latina, presso la Diocesi.

Un saluto a SE il Vescovo, del quale l’ Ufficio diocesano per la pastorale del lavoro è Suo strumento. Come prima cosa tengo a precisare che il mio piccolo contributo all’iniziativa è sì come Direttore di una Associazione di categoria, la Confartigianato, ma soprattutto come persona che da ormai da diversi anni collabora con l’ufficio pastorale. Da anni, già all’epoca della Direzione di Don Mario Sbarigia, con tutti gli amici dell’ Ufficio, molti dei quali sono presenti oggi in sala, abbiamo cercato di dare un contributo alla sensibilizzazione della nostra comunità sugli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa. Oggi, con Don Massimo, il nostro impegno continua. Come e perché oggi, abbiamo deciso di aprire il confronto su una tematica importante come quella dell’economia di comunione ? L’ iniziativa di questo pomeriggio è l’inizio di un “percorso”. Oggi cercheremo di conoscere e comprendere l’esperienza dell’economia di comunione, aprire una riflessione; lanciarla come un sasso nello stagno nell’economia locale…… A Settembre proseguiremo con una visita a Loppiano per poi arrivare ad una tavola rotonda con tutti i soggetti Istituzionali, della comunità economica locale (organizzazioni sindacali, associazioni di categoria, Enti locali….), mettendo sempre a disposizione delle Foranie e delle comunità parrocchiali la nostra esperienza ed i risultati dei nostri lavori, affinchè possano essere eventualmente riportati e riproposti nelle comunità locali. Perché “Economia di Comunione” ? Oggi a livello nazionale stiamo vivendo un momento particolare che vede una profonda crisi economica che, di fatto, sta “silenziosamente” toccando un gran numero di imprese e, conseguentemente, creando situazioni critiche nelle famiglie dei lavoratori e dei piccoli titolari d’impresa. In sede locale, la crisi che stiamo vivendo, va ben oltre ai freddi numeri, colpendo direttamente la dignità della persona. Se andiamo a “leggere” gli i dati Osserfare, della CCIAA; ci rendiamo conto come la nostra economia provinciale, le nostre piccole imprese, riescono ancora a “tenere”, se pur tra mille difficoltà e non poche sono le attività che si vedono costrette a cessare. Segnali negativi arrivano dal comparto agricolo e, dallo scorso anno, anche dall’artigianato. In difficoltà il settore del commercio e dei servizi finanziari. Il grave problema riguarda le multinazionali e le aziende maggiormente strutturate. Secondo i dati dell’ ufficio credito di Confartigianato, molte sono ancora le piccole imprese che fanno richiesta di liquidità, anche se si ricominciano a vedere operazioni di investimento. Sempre difficile il rapporto con le banche, maggiormente con quelle nazionali; mentre è più facile il dialogo con gli Istituti di prossimità (le popolari ) e maggiore è il supporto che si richiede ai Confidi….ma anche qui le cose stanno cambiando e spazio vi è solo per i Confidi (106 e 107) più grandi e direttamente collegati con le Associazioni datoriali. A livello nazionale –secondo gli ultimi dati letti da BNL in un recente incontro a Latina- i Paesi che tirano l’economia sono la Cina e l’India, seguiti dal Brasile….tutto sta cambiando molto velocemente….e questo cambiamento è determinato principalmente per il costo del lavoro. Ecco che, dinanzi a questo scenario in completo movimento, una intuizione come l’ economia di comunione è certamente una “proposta” su cui ragionare e riflettere. Ovviamente dobbiamo cominciare a guardare all’economia e all’impresa con un’ottica differente; andare contro all’omologazione corrente. Un aiuto e punto di riferimento ci giunge dall’Enciclica di Benedetto XVI “Caritas in Veritate” che traccia la strada da percorrere; Enciclica che dovrebbe essere letta dai nostri operatori economici, imprenditori, manager…. (Esperienza in Confartigianato e Gruppo di lavoro….Vi è l’esigenza di un qualche cosa di “diverso”!) Parole come sussidiarietà, etica del lavoro, comunità, bene comune…..devono riuscire ad essere prassi operativa nel quotidiano e non rimanere relegate nei tanti –forse troppi- convegni che si susseguono. Nell’economia, anche in quella locale, provinciale, abbiamo necessità di sempre maggiore unità: tutti i soggetti economici devono cercare di fare sintesi, unità, concertare….dialogare concretamente insieme, per poi “muoversi insieme” ed operare per la comunità locale. I troppi particolarismi sono deleteri. Dobbiamo cominciare a “fare sintesi”, a cominciare da noi Associazioni di categoria e organizzazioni sindacali. Il nostro ruolo, come Ufficio per la pastorale del lavoro è anche questo.

giovedì 9 giugno 2011

Verso "Basilea 3"...e continuano a penalizzare le aziende medio-piccole....

Se si continua a mortificare le imprese, chi produrrà posti di lavoro ?
Ora verso ......"Basilea 3"......

Continua la mortificazione delle piccole imprese italiane. Ieri "Basilea 2" ha dato la prima "mazzata" alle nostre imprese che se già erano in difficoltà nel rappporto con gli Istituti di credito, ora devono anche vedersela con le direttive europee che pongono paletti certamente non benefici, se non per le banche stesse. Si diceva che Basilea era una opportunità....ma per chi ? Noi che, giornalmente, ascoltiamo le esigenze delle imprese vediamo la situazione che non è delle migliori.
Ora si va avanti e si guarda a "Basilea 3"...si dirà che è una nuova opportunità ?
Di seguito pubblichiamo una nota tratta da PMI.it che comincia a focalizzare il problema. Certamente noi torneremo pesantemente sull'argomento. Possibile che non si comprende che dietro alla piccola impresa vi sono famiglie di lavoratori che vanno avanti ? Possibile che non si comprende che intorno ad una singola impresa vi è tutto un indotto produttivo ed economico che da lavoro ? Riflettiamoci!

Ivan Simeone

Basilea 3: rischi e soluzioni per le PMI....di Francesca Pietroforte

Un fattore di bilanciamento per contrastare il rischio credit crunch per le Pmi italiane: le iniziative del sistema "banche - imprese".

L'imminente adozione del nuovo accordo interbancario di vigilanza prudenziale - finalizzato ad una corretta gestione delle "attività a rischio" del sistema - Basilea III è quanto mai controversa, alla luce dei processi di trasformazione dell'economia, del lento spostamento del baricentro produttivo verso nuovi punti cardinali e ovviamente, della profonda crisi che ancora affligge l'economia mondiale.

L'accordo interbancario

L'accordo di Basilea III, che sarà attuato gradualmente fino all'entrata a regime prevista per il 2019, innalza il requisito minimo patrimoniale complessivo degli istituti di credito dall'8 al 10,5%: non è difficile immaginare come conseguenza l'immediata stretta sui prestiti contestuale alla maggiore difficoltà nel cedere credito alle imprese.

I rischi

Molti operatori temono che, con l'entrata in vigore delle nuove norme internazionali, potrebbero inasprirsi i fenomeni di credit crunch, con una stretta del credito che costituirebbe una forte penalizzazione per le aziende, soprattutto le piccole e medie imprese, proprio nel momento in cui avrebbero necessità di un più solido sostegno da parte delle banche per far fronte alla scarsa liquidità di cassa: per le Pmi in difficoltà economica, il credito bancario può voler dire investimenti e rilancio ma anche solo sopravvivenza.

Le soluzioni

Per arginare la riduzione dei prestiti - eventualità che potrebbe presto trasformarsi in certezza - le associazioni bancarie e quelle delle imprese hanno depositato una proposta alla Commissione Europea, nella quale si chiede di inserire, nella normativa europea che rimanderà Basilea III nella direttiva CRD4, quel che è stato definito un "balancing factor" da applicare nella formulazione del calcolo complessivo degli attivi ponderati e quindi nella valutazione del rischio per le piccole e medie imprese. Il "fattore di bilanciamento" fungerebbe da calmiere, contribuendo a riequilibrare il previsto aumento quantitativo dei requisiti patrimoniali (che a regime dovrebbe essere del 30% superiore rispetto all'attuale). In pratica, consentirebbe alle banche di aggirare l'obbligo di aumentare l'assorbimento di capitale necessario del 30% rispetto ad oggi, lasciando aperti i canali per l'accesso al credito alla piccola e media impresa, intesa secondo la definizione di società con fatturato al di sotto dei 50 milioni di euro. Tutto questo potrebbe anche arginare la tendenza dei mercati alla progressiva applicazione di Basilea III rendendo la situazione più complicata per le Pmi, e finendo per far chiudere progressivamente i rubinetti alle banche. Infatti se l'espediente descritto fosse accettato e andasse ad emendare l'accordo internazionale, potrebbe anticipare la sua operatività già al 2013, bloccando i vari step previsti (in alcuni casi fortemente penalizzanti per le Pmi) che il mercato sta già mettendo in atto in attesa di entrare nella fase operativa di Basilea III.

Per scongiurare le ricadute negative sulle Pmi, dunque, il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, responsabile per l'industria, ha da tempo avviato una serie di tavoli proprio con ABI, Confindustria, Rete imprese Italia e Alleanza delle cooperative italiane per discutere delle varie opzioni. L'obiettivo è chiaro: risolvere il problema dell'accesso al credito da parte delle Pmi, che potrebbe nascere alla luce del nuovo accordo internazionale. Per la prima volta, in pratica, banche e mondo d'impresa hanno condiviso timori e strategie in relazione ad una norma la cui applicazione troppo rigida potrebbe creare effetti domino capaci di ingessare l'intero sistema bancario. Intanto, il sistema delle banche si sta preparando per arrivare pronte al traguardo: «tra ottobre 2010 e aprile 2011 sono stati varati aumenti di capitale per oltre 11 miliardi. Gran parte delle operazioni si concluderà entro l'autunno e permetteranno di avvicinarsi all'obiettivo previsto da Basilea 3 per il 2019», ha spiegato Mario Draghi a margine dell'assemblea della Banca d'Italia dei giorni scorsi. Non solo: con gli stress test si è perseguito l'obiettivo comune di tenere «in debito conto le specificità delle banche italiane» e renderle «pienamente aderenti all'evoluzione della normativa, specie nella definizione delle poste di capitale, e quindi in grado di superare lo scrutinio internazionale».

mercoledì 8 giugno 2011

Appuntamenti "Confartigianato" Giugno - Luglio 2011

"Confartigianato Imprese Latina"
Prossimi appuntamenti ed iniziative.......

Giovedì 9 giugno, ore 16,30, incontro sulla SOA in "Confartigianato"- Latina Via Sante Palumbo n. 38.

Sabato 2 luglio, ore 9.00, incontro sui "cappotti" in edilizia con Edilteco - Latina Via S. Palumbo n. 38

Lunedì 4 luglio, ore 17.00, incontro con panificatori - Latina Via S. Palumbo n. 38

Mercoledì 6 luglio, ore 17,30, incontro su finanziamenti agevolati per imprese - Fondi Via piemonte n. 1 c/o MOF

Venerdì 8 luglio, ore 17,30, incontro su finanziamenti agevolati per le imprese - Aprilia c/o Parrocchia S. Michele - P.zza Roma.

Per informazioni contattare "Confartigianato" al numero 0773.666593.

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